Professione e Mercato

Avvocati, fisici e chimici accompagnano la crescita del vino

Non solo tutela del marchio (estesa alle etichette): le nuove sfide sono su sostanze ammesse, M&A e sulle aste nel Metaverso<br/>

di Massimiliano Carbonaro

Le cantine vinicole italiane, anche le piccole, sono il perno di un settore che si è industrializzato, ha accesso ai mercati internazionali, sta movimentando operazioni di acquisizione e che viene guardato con interesse dai fondi di investimento.

Una internazionalizzazione e uno sviluppo così marcato che hanno richiesto l’accompagnamento di team strutturati e consulenze che vanno oltre lo stretto ambito legale.

«Andare all’estero non è facile – commenta Cesare Varallo, nuovo socio dello studio LegisLab – perché c’è da affrontare un mondo fatto di legislazioni non armonizzate, differenti misure restrittive, disparità di standard su contaminanti e pesticidi. Inoltre bisogna considerare tutto il problema della traduzione, del naming e dell’etichetta». L’attenzione è massima sulla tutela della proprietà intellettuale. Spesso è difficile depositare la propria etichetta ed è frequente che il marchio sia stato anticipato da segni simili, in Italia o all’estero. È necessario anche sorvegliare il web per verificare che il marchio o la denominazione non vengano usati in modo improprio.

Il legale non basta: è in quest’ottica che bisogna leggere appunto l’ingresso in LegisLab dell’avvocato Varallo specializzato nella normativa Food, accompagnato da un team composto per metà da esperti dal forte background scientifico. Anche Herbert Smith Freehills ha un know-how tecnologico con un gruppo di lavoro dedicato a questo settore che include fisici, chimici e ingegneri. Sono chiamati ad assistere i loro clienti su fronti come contraffazione o frode, ma soprattutto per la tutela della proprietà intellettuale, che prende le mosse fin dal nome della cantina (che il più delle volte coincide con il cognome della famiglia fondatrice).

Se nel corso del tempo si verificano divisioni del patrimonio, possono nascere etichette dai nomi simili. «L’uso dello stesso cognome – commenta Pietro Pouché, partner dello studio – può creare situazioni di confusione sul mercato che è necessario dirimere anche grazie all’assistenza di legali. Poi c’è il tema della provenienza geografica (Dop) e di chi possa fregiarsene». Ma ormai il vino e la sua cantina sono diventati il punto di riferimento di un territorio e di arrivo di un’esperienza turistica ed enogastronomica. «Seguiamo le cantine – spiega Francesco Ferrara, partner di Pepe e Associati – anche nelle attività ancillari come la ristorazione o la parte immobiliare. La produzione vinicola diventa il motore della valorizzazione di un territorio».

Le operazioni

Forte la spinta all’aggregazione. «Le operazioni di M&A nel settore mostrano, soprattutto se a intervenire è un fondo – spiega Gerardo Gabrielli partner di Gattai, Minoli, Partners – la tendenza a lasciare la proprietà delle vigne e dei terreni alla famiglia d’origine mentre il focus è sull’imbottigliamento, così si mantiene un forte legame con la produzione. Il mercato è ancora vasto e non si pongono problemi di concentrazione». I grandi operatori guardano con favore ai produttori storici e di qualità. Aggiunge Silvia Romanelli, partner di BonelliErede: «Il settore si caratterizza per costanza e anticiclicità, ha superato il Covid ridisegnando i canali di distribuzione e riposizionandosi sull’online, senza perdere in tradizione. Questo ha fatto sì che venisse riconosciuto quale comparto industriale e facesse ingresso nelle politiche di investimento degli operatori».

Il futuro

Potrebbe diventare un tema controverso l’entrata in vigore delle regole per i vini con una percentuale di alcol inferiore allo 0,5% che però rappresenta un’opportunità di ingresso nel mercato delle bevande a basso contenuto alcolico. Ma a bussare alle porte delle cantine c’è il Metaverso: sono già nate aste di vini pregiati e fiere virtuali proiettando sul mondo reale problematiche pratiche. «Svolgere attività commerciali in un mondo virtuale – conclude Pouché – genera nuove fattispecie di tutela del nome e dell’immagine di un determinato prodotto».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©