Giustizia

Avvocati: serve un piano per 26.500 magistrati tra togati e onorari

Il Congresso chiede un modello di giudizio di cognizione, con la possibilità di integrare sia l’oggetto della controversia sia il materiale probatorio

di G. Ne.

Non sono tenerissime sulle riforme in discussione le mozioni approvate dal Congresso nazionale forense, la cui sessione straordinaria si è conclusa ieri a Roma. Sul nuovo processo civile, oggetto peraltro di un intervento al Congresso della ministra Marta Cartabia dai toni rassicuranti, la richiesta è di un modello di giudizio di cognizione, con la possibilità di integrare sia l’oggetto della controversia sia il materiale probatorio, da applicare a tutte le controversie adesso regolate dal procedimento in camera di consiglio. Due dovrebbero invece essere le forme di tutela sommaria, ora disperse in una pluralità di procedimenti: la prima modellata sul procedimento per ingiunzione, «nel caso il favor legislativo trovi fondamento nell’economia processuale», e uno modellato sul procedimento cautelare uniforme, «nei casi nei quali la natura della situazione sostanziale sia tale da esporla comunque al pregiudizio».

Se è inevitabile il rafforzamento del processo telematico, allora serve un serio intervento di razionalizzazione in generale, mentre in particolare, tra le richieste, c’è quella di una semplificazione delle norme in materia di attestazione di conformità: in questo senso andrebbe previsto che la semplice apposizione della firma elettronica qualificata dell’avvocato o degli ausiliari possa valere come attestazione.

Sull’ordinamento giudiziario, forti sono le perplessità per le conclusioni raggiunte dalla commissione Luciani che, quanto all’attribuzione degli incarichi di vertice negli uffici giudiziari, mette certo limiti alle valutazioni discrezionali del Csm, senza però la garanzia di criteri oggettivi e non legati a giudizi a forte tasso di soggettività, fondati su elementi astratti e non verificabili. Gli avanzamenti in carriera sono poi sganciati da una seria valutazione di produttività dei magistrati, mentre è sopravvalutato il diritto di tribuna, senza possibilità di voto, riconosciuto all’avvocatura nei consigli giudiziari.

Sollecitato poi un piano di assunzioni straordinario che porti il numero dei magistrati togati a 16.500, di cui 11.500 da destinare alle funzioni giudicanti, con concorsi ordinari da riservare ad avvocati con 15 anni esperienza professionale. La riforma della magistratura onoraria dovrebbe poi approdare alla definizione di un organico di 10mila magistrati.

Resta la richiesta di un ulteriore rinvio dell’entrata in vigore del nuovo Codice della crisi e la previsione di un’area di specializzazione forense e un albo, tenuto dai Consigli degli ordini degli avvocati, per l’esperto negoziatore, la futura figura professionale prevista dalla commissione Pagni. Sul piano professionale: è urgente dare il via libera a un nuovo ed efficace equo compenso, con nuovi parametri, e definire un pacchetto di interventi sulla leva fiscale (mantenimento flat tax e così via) per gli avvocati, una riforma dell’iter universitario.

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