Professione e Mercato

Avvocati, stop al pagamento dei contributi previdenziali per chi ha perso 1/3 del reddito

Un emendamento approvato all'unanimità istituisce nella "Manovra" un fondo da 1 mld per finanziare l'anno bianco delle partite Iva e professionisti con reddito fino a 50mila euro

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di Francesco Machina Grifeo

Per gli avvocati, ma anche per i commercialisti e gli altri professionisti iscritti alle Casse di previdenza private (oltre al resto delle partite Iva), il 2021 potrebbe essere un "anno bianco". La commissione Bilancio della Camera ha infatti approvato all'unanimità l'emendamento alla manovra che finanzia con un miliardo per il 2021 lo stop al pagamento dei contributi previdenziali per professionisti ed autonomi. La proposta di modifica è a prima firma Garavaglia (Lega) ed è stata sottoscritta da tutti i partiti.

L'agevolazione è prevista per chi con un reddito non superiore a 50mila euro nel 2019 abbia subito un calo di fatturato o dei corrispettivi non inferiore al 33 per cento nel 2020. La norma prevede poi che i criteri e la quota del fondo da destinare ai professionisti ordinisti venga fissato da un decreto congiunto dei Ministeri del Lavoro e dell'Economia da emanare entro due mesi dalla entrata in vigore.

"Grazie al nostro emendamento alla legge di Bilancio, ora approvato – afferma Garavaglia -, le partite Iva non dovranno più versare i contributi fissi per tutto il 2021. Un anno bianco che salutiamo con grande soddisfazione. Assurdo obbligare i lavoratori autonomi, come artigiani, commercianti e professionisti, a pagare le tasse nonostante gli scarsi guadagni causati dall'emergenza Covid".

L'emendamento introduce l'articolo 5-bis che istituisce, nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il Fondo per l'esonero dai contributi previdenziali dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti, con una dotazione finanziaria iniziale di 1 miliardo di euro per il 2021, che costituisce anche il relativo limite di spesa. Il Fondo è destinato a finanziare l'esonero parziale dal pagamento dei contributi previdenziali (ad esclusione dei premi dovuti all'Inail) dovuti dai lavoratori autonomi e dai professionisti iscritti alle gestioni previdenziali dell'Inps e dai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza che abbiano percepito nell'anno d'imposta 2019 un reddito complessivo non superiore a 50.000,00 euro e abbiano subito un calo di fatturato o dei corrispettivi nell'anno 2020 rispetto all'anno 2019 non inferiore al 33 per cento (comma 1).

Analoga previsione riguarda anche i medici, gli infermieri e gli altri professionisti ed operatori previsti dalla legge 3/2018 (recante disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute) assunti per l'emergenza Covid 19 e già in quiescenza (comma 2, ultimo periodo).

Si demanda poi ad uno o più decreti del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze (da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del provvedimento in esame), "la definizione dei criteri e delle modalità per il riconoscimento del predetto esonero, nonché della quota del suddetto limite di spesa da destinare, in via eccezionale, ai professionisti iscritti agli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza".

Il monitoraggio del rispetto dei limiti di spesa è affidato agli enti previdenziali "che ne comunicano i risultati al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell'economia e delle finanze. Qualora dal predetto monitoraggio emerga il verificarsi di scostamenti, anche in via prospettica, rispetto al predetto limite di spesa, non sono adottati altri provvedimenti concessori (comma 3)".

Per finanziare la misura viene disposta la riduzione di 1 miliardo di euro per il 2021 del Fondo da ripartire per il sostegno delle attività produttive maggiormente colpite dall'emergenza epidemiologica da COVID-19, di cui all'articolo 207 del medesimo ddl.

Via libera anche alla introduzione della Cig per i lavoratori autonomi della gestione separata Inps, non dunque per i professionisti iscritti alle Casse privatizzate. Il Ministro Nunzia Catalfo ha però annunciato l'intenzione di estenderlo anche ai professionisti degli ordini. La misura si chiama Iscro, Indennità di continuità reddituale e operativa, e prevede un assegno tra minimo 250 e massimo 800 euro al mese per 6 mesi per chi abbia subito perdite del 50% rispetto ai tre anni precedenti e abbia dichiarato un reddito non superiore a 8.145 euro.

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