Penale

Bitcoin, il sito è sequestrabile se l'acquisto per investimento non segue il Tuf

Lo ha chiarito la Corte di cassazione, sentenza n. 44337 depositata oggi, dichiarando inammissibile il ricorso

di Francesco Machina Grifeo

La vendita di Bitcoin reclamizzata come proposta di investimento integra una attività soggetta agli adempimenti del Tuf. E il mancato rispetto del Testo unico della finanza fa scattare il reato che punisce chiunque offre fuori sede o promuove prodotti o strumenti finanziari o servizi di investimento. Lo ha chiarito la Corte di cassazione, sentenza n. 44337 depositata oggi, dichiarando inammissibile il ricorso del gestore del sito www.contantibitcoin.it contro il sequestro preventivo dello stesso disposto in quanto "strumento di offerta alla clientela".

Il ricorrente si era difeso sostenendo che "la mera associazione del Bitcoin all'oro digitale non poteva considerarsi elemento sufficiente a ritenere applicabile il concetto normativo di investimento di natura finanziaria". Per la II Sezione penale però il Bitcoin può sempre ritenersi un prodotto finanziario "qualora acquistato con finalità d'investimento".

La valuta virtuale, argomenta la decisione, "quando assume la funzione, e cioè la causa concreta, di strumento d'investimento e, quindi, di prodotto finanziario, va disciplinato con le norme in tema di intermediazione finanziaria (art. 94 ss. T.U.F.), le quali garantiscono attraverso una disciplina unitaria di diritto speciale la tutela dell'investimento".

La Cassazione ricorda poi che il legislatore italiano (Dlgs 125/2019) ha definito la moneta virtuale come "la rappresentazione digitale di valore, non emessa né garantita da una banca centrale o da un'autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l'acquisto di beni e servizi o per finalità di investimento e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente". "Si nota subito - chiosa la Corte - che tale definizione aggiunge, rispetto a quella del legislatore comunitario, espressamente la finalità di investimento" che è quella oggi censurata.

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