Penale

Bonus facciate, sì al sequestro del credito d'imposta "truffaldino" anche contro il cessionario in buona fede

Non aver partecipato al raggiro verso il Fisco non giustifica la compensazione che aggraverebbe le conseguenze del reato

di Paola Rossi

Il cessionario del bonus facciate, che sia vittima della truffa del cedente, non ha titolo per opporsi al sequestro delle corrispondenti somme nel suo cassetto fiscale.
Infatti, la buona fede del cessionario impedisce semmai solo l'azione di recupero dell'ammonare dei bonus non dovuti, ma non la misura cautelare impeditiva della loro ulteriore circolazione o fruizione nei rapporti col Fisco.
Non può la buona fede del cessionario consentire che questi fruisca del credito "inesistente", portandolo in compensazione con i suoi debiti fiscali in danno dell'Erario.

La Cassazione - con la sentenza n. 44647/2022 - nell'accogliere il ricorso della Procura ha bocciato il ragionamento del Tribunale del riesame che aveva escluso dalla misura cautelare i crediti d'imposta acquistati da Poste Italiane. Di fatto il tribunale aveva ridimensionato il perimetro del sequestro operato inizialmente dal Gip su tutti i conti correnti e cassetti fiscali degli imprenditori truffaldini e compresi quelli del cessionario in buona fede.

La Cassazione boccia soprattutto l'affermazione del tribunale secondo cui i crediti d'imposta acquisiti in buona fede devono poter essere utilizzati da chi non ha partecipato al reato in danno del Fisco.
La Cassazione, invece, annulla la decisione del Tribunale facendo rilevare che a seguire una tale tesi si giustificherebbe come pienamente legittimo e definitivamente acquisito dal cessionario un diritto di fatto fondato su presupposti inesistenti, che costituiscono reato e di cui si consentirebbe l'aggravamento delle sue conseguenze ponendole tra l'altro totalmente a carico dell'Erario.

La truffa contestata agli imprenditori, che avevano ceduto a Poste Italiane il credito d'imposta originato da false fatturazioni di lavori mai eseguiti, è espressione di un fenomeno diffuso già costato molto allo Stato italiano.

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