Giustizia

Cartabia ai detenuti del Beccaria: «La giustizia offre sempre un’altra possibilità»

È intervenuta in questi termini e con questo spirito la ministra della Giustizia Marta Cartabia, rivolgendosi ieri mattina ai giovani detenuti dell’Istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria di Milano

di Giovanni Negri

«Quando entrate in contatto con i giudici, immagino ne abbiate un po’ timore e non immaginate la presenza amicale. Ma attraverso il loro lavoro, la giustizia è un volto amico che offre una seconda possibilità per tutti, ossia accendere una luce dove prima c’era l’oscurità». È intervenuta in questi termini e con questo spirito la ministra della Giustizia Marta Cartabia, rivolgendosi ieri mattina ai giovani detenuti dell’Istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria di Milano. «Dal Comune alla Regione, dal prefetto al direttore di questo istituto - ha concluso Cartabia - avete qui anche i vertici della giustizia milanese. Questo è un volto della giustizia che dobbiamo imparare a conoscere». Alla ministra i giovani dell’Istituto hanno regalato un dipinto da loro realizzato che ritrae una candela accesa.

A Cartabia sono state presentate le iniziative del progetto «Palla al Centro» della Fondazione Francesca Rava (che rappresenta in Italia l’organizzazione umanitaria Nostros pequenos hermanos, fondata nel 1954 in Messico e attiva in nove Paesi dell’America Latina), nell’ambito di un accordo di collaborazione con il Tribunale per i minorenni di Milano e con il Centro per la giustizia minorile per la Lombardia. «Un impegno recente - spiega Mariavittoria Rava presidente della Fondazione -, visto che abbiamo iniziato a lavorare da pochi anni con i ragazzi del carcere, ma che ha già permesso di ottenere risultati concreti come la ristrutturazione della palestra e di quattro aule della ex palazzina femminile». A brevissimo partirà anche il progetto di risistemazione dell’area verde all’interno dell’istituto.

La prospettiva, ricorda Rava, è quella di intervenire in maniera concreta sulle forme più acute del disagio giovanile, sia puntando alla prevenzione, sia contrastando l’isolamento e i pregiudizi sui ragazzi entrati nel circuito penale, per la loro futura inclusione sociale e lavorativa, creando un ponte tra dentro e fuori, in sinergia con istituzioni, aziende, università e volontari. E a prendere forma nel corso del tempo sono state forme di supporto aziendale, precisa Rava, che si sono indirizzate su un doppio binario, quello dell’appoggio economico e quello del volontariato dei dipendenti. In prima fila allora aziende come Microsoft, Kayros Partners, Credit Agricole, ma anche studi professionali come Clifford Chance.

La ministra Cartabia ha visitato anche l’aula di informatica allestita nell’area detentiva grazie al sostegno di Microsoft Italia, dove si svolgono durante l’anno (due volte alla settimana) corsi indirizzati a trasferire ai ragazzi competenze digitali e profili spendibili nel mondo del lavoro, permettendo di affrontare in maniera più agevole uno dei passaggi maggiore criticità, quello dell’uscita dal carcere (dove Rava ricorda già significativi esempi di inserimento lavorativo con imprese come Carrefour e Ikea).

La visita si è conclusa nella riqualificata palestra dell’istituto alla presenza dei vertici giudiziari milanesi (tra gli altri, il presidente della Corte d’appello Giuseppe Ondei, il procuratore generale Francesca Nanni), del prefetto Renato Saccone, della vicepresidente della Regione Letizia Moratti, dell’assessore comunale al Welfare Lamberto Bertolè, di Silvia Candiani, amministratore delegato di Microsoft Italia.

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