Giustizia

Cartabia: «Pronta a rimuovere le sanzioni»

La ministra interviene al Congresso straordinario dell’avvocatura

di Giovanni Negri

A sparire sarà la nuova versione della responsabilità aggravata. Ma modifiche sono in arrivo anche sul fronte del giudizio di cognizione di primo grado, ammorbidendo alcune delle rigidità del sistema di decadenze e preclusioni in via di introduzione. Si è aperto ieri mattina a Roma, davanti a 640 delegati, il Congresso straordinario forense, con l’intervento della ministra della Giustizia Marta Cartabia che ha teso la mano ai 240mila avvocati italiani, sottolineando di non volersi sottrarre alle proprie responsabilità e tuttavia di dovere fare i conti con una situazione grave, esito di troppi anni di disattenzione, per risolvere la quale «avrò bisogno di un mano da ciascuno di voi, non posso farcela da sola».

La ministra non si è sottratta a un confronto nel merito sui punti più critici della riforma del processo civile in discussione al Senato, per la quale più passano i giorni più diventa improbabile un’approvazione dell’aula prima della pausa estiva. Una materia questa assai cara a tutta l’Avvocatura che, da settimane, contesta le proposte del ministero; critiche riecheggiate peraltro negli interventi di apertura del Congresso da parte della presidente facente funzioni del Cnf Maria Masi (tra l’altro giovedì la Corte d’appello di Roma ha confermato, respingendo l’impugnazione, l’ineleggibilità del presidente Andrea Mascherin e di altri 7 consiglieri) e del coordinatore dell’Ocf Giovanni Malinconico.

Cartabia ha tenuto a chiarire che la riforma non intende comprimere i diritti dei cittadini, «anche per formazione, da costituzionalista, il tema delle garanzie mi è particolarmente caro - ha ricordato la ministra -. Ciò che viene proposto non è di cancellare i diritti delle parti ma di imparare a esercitarli in maniera diversa, in maniera che la prima parte del giudizio sia significativa e non soltanto dilatoria».

E, più nel dettaglio, invitando a considerare la riforma nel suo complesso («la riforma prevede anche incentivi alla mediazione, le ordinanze anticipatorie, il rinvio pregiudiziale alla Cassazione, la stabilizzazione di alcune soluzioni sperimentate nel periodo più acuto dell’emergenza»), ma dicendosi aperta ad aggiustamenti che non ne stravolgano l’impianto, Cartabia ha puntualizzato che la nuova disciplina della responsabilità aggravata (con la quale si punta a colpire chi ha agito o resistito in giudizio con dolo o colpa grave, attraverso una sanzione pecuniaria del doppio delle spese liquidate e, a favore della cassa delle ammende, di una somma non superiore a 5 volte il contributo unificato) «punta a limitare la discrezionalità del giudice rispetto a una norma che già esisteva, è una norma che voleva arginare applicazioni senza limiti, ma sono disponibile a rimuoverla. La contrarietà mi sembra frutto di un equivoco, tuttavia non ci sono problemi a intervenire».

Quanto alla concentrazione nella prima udienza di larga parte dell’attività istruttoria «la sfida è anche alla magistratura che potrà utilizzare la prima udienza per rinvii spropositati. È un aspetto importante arrivare alla prima udienza con le carte scoperte da parte di tutte le parti». In ogni caso, «già adesso in questa fase in cui il testo è oggetto di confronto in Parlamento, stiamo lavorando con le relatrici per aggiustamenti tecnici per rasserenare gli animi sia vostri sia dei vostri clienti».

E l’ipotesi che sembra essersi fatta strada è quella di una sostanziale conferma del meccanismo di preclusioni istruttorie, ma di una diversa articolazione dello svolgimento delle udienze, in maniera tale da restituire più ampi margini di manovra, di azione e reazione, alla dialettica processuale.

Il sottosegretario alla giustzia Francesco Paolo Sisto, intervenendo al Congresso, ha poi annunciato il prossimo aggiornamento dei parametri per gli avvocati, nel contesto della manovra indirizzata a rafforzare il principio dell’equo compenso.

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