Cassa forense: 280 maxi evasori oltre i 100mila euro - In corso l'accertamento 2015/18
A fare il punto sull'azione di recupero, con un intervento sul sito istituzionale, è l'avvocato Giovanni Renzetti, componente del Cda dell'Istituto di previdenza
Sono 280 gli avvocati che hanno accumulato debiti contributivi nei confronti di Cassa forense superiori ai 100mila euro, per un totale che supera dunque i 28 milioni di euro. Per stanarli è al lavoro una "task force speciale" e si procederà a mezzo di "decreti ingiuntivi". A fare il punto sull'azione di recupero, con un intervento sul sito istituzionale, è l'avvocato Giovanni Renzetti, componente del Cda dell'Istituto di previdenza.
Il giro di vite era stato annunciata nel novembre scorso nella Relazione di previsione del 2022 e decisa poi dal Consiglio di amministrazione della Cassa. L'accertamento riguarderebbe il numero record di 100mila professionisti, per importi complessivi intorno ai 470 milioni di euro. Dunque, quasi la metà degli avvocati italiani sarebbe coinvolta.
Per la Cassa si tratta di un tema di "assoluta urgenza" vista "l'entità dei crediti insoluti" e le numerose segnalazioni ricevute: dal Collegio Sindacale alla Corte dei Conti, ma anche dai Ministeri vigilanti, la Commissione bicamerale, la Commissione Bilancio e Patrimonio ecc…
Renzetti ricorda che l'accertamento al momento riguarda gli omessi o parziali versamenti dal 2015 al 2018. Molti professionisti starebbero dunque regolarizzando la propria posizione pagando in "un'unica soluzione" con importi medi di 742 euro. Mentre per cifre superiori, oltre i mille euro, "altri colleghi" hanno chiesto la rateizzazione del debito.
E "buona parte" avrebbe proposto anche domanda di regolarizzazione spontanea per gli anni successivi. Una possibilità, caldeggiata dall'Istituto considerato che il termine di 60 giorni per aderire "è ancora in corso ed è vantaggioso". "I vantaggi - spiega Renzetti - sono duplici. In caso di regolarizzazione spontanea le sanzioni sono ridotte del 50% ed inoltre per chi è stato oggetto dell'attuale campagna di accertamenti vi è la possibilità di racchiudere in un'unica rateizzazione, prevista dagli artt. 75 e 76 del Regolamento Unico, sia gli inadempimenti già contestati che quelli segnalati spontaneamente".
In tal modo, non si rischia, per il futuro, di rientrare nell'esclusione dal beneficio che riguarda chi ha già in corso una rateazione. La rateizzazione potrà arrivare ad un massimo di 5 anni, in ragione dell'entità del debito. L'iscritto potrà comunque richiedere una rateazione mentre il beneficio della riduzione delle sanzioni sarà subordinato all'estinzione di precedenti rateizzazioni.