Giustizia

Cassazione 'decapitata', giovedì plenum Csm per conferma nomine con Mattarella

La Commissione propone la confermare Pietro Curzio e Margherita Cassano. Venerdì l'inaugurazione anno giudiziario

di Francesco Machina Grifeo

Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, presiederà la seduta di giovedì, 20 gennaio, in cui il plenum del Csm deve esprimersi sulla proposta della Commissione Direttivi di confermare Pietro Curzio e Margherita Cassano rispettivamente primo presidente e presidente aggiunto della Cassazione. È una consuetudine che il presidente della Repubblica presieda la riunione in cui si nomina il primo presidente della Cassazione. Per Mattarella sarà l'ultima volta, vista l'imminente scadenza del suo mandato.

Intanto venerdì ci sarà l'inaugurazione dell'anno giudiziario sempre presso la Suprema corte. La cerimonia era stata indetta (con decreto del 16 dicembre alle ore 11.00, nell'Aula Magna) proprio dal Presidente Curzio in forma ridotta, ma "con invito del Capo dello Stato ", a causa della "perdurare dell'emergenza epidemiologica". La cerimonia, dunque, si legge nel decreto, "dovrà svolgersi anche quest'anno nel più attento rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti, nonché delle regole di distanziamentosociale, e con l'adozione di tutte le opportune misure di prevenzione del contagio" con un numero di partecipanti "limitato ai soli protagonisti istituzionali, e che gli interventi dovranno essere concisi, in modo che la cerimonia duri complessivamente un'ora".

Tornando al Csm, Eugenio Albamonte, segretario di Area democratica per la giustizia, non ha dubbi sulla legittimità e sull'opportunità dell'intervento tempestivo del Consiglio superiore della magistratura. "Il Csm – spiega - nel tempo ha voluto limitare la sua discrezionalità dandosi delle regole in funzione della trasparenza però queste regole non possono essere interpretate in sede di verifica dal Consiglio di Stato in modo cavilloso a tal punto da azzerare lo spazio di discrezionalità del Csm". E alle obiezioni di chi ritiene la decisione presa troppo in fretta Albamonte replica: "qui la scelta era già stata fatta, si tratta di una riconferma che va solo motivata diversamente, sperando che non ci sia un accanimento".

Per Mariarosaria Savaglio, segretario di Unicost, invece: "Sarebbe stata necessaria una più ampia e motivata riflessione sulla sentenza del Consiglio di Stato, che non è una sentenza neutra". "Rimane nella discrezionalità del Csm – prosegue - provvedere alle nomine ma se il Consiglio di Stato ha fatto rilievi in punto di motivazione questi andavano affrontati in modo metodico e non il giorno dopo la sentenza, con un'urgenza immagino dovuta anche a legittimare il primo presidente della Cassazione in vista della cerimonia per l'inaugurazione dell'anno".

Infine, il deputato di Azione Enrico Costa, chiama in causa il Ministero della Giustizia, Marta Cartabia, che "non può tirarsi fuori dal grave conflitto istituzionale tra CSM e Consiglio di Stato". E presenta una interrogazione parlamentare nella quale chiede alla Guardasigilli "se non intende evidenziare, nell'ambito delle prerogative del Ministero, come - di fronte alle argomentazioni del Consiglio di Stato - il Csm, riproponendo con un'istruttoria 'lampo' le stesse nomine bocciate, possa incorrere nell'elusione di una sentenza del Consiglio di Stato con conseguente probabile nuova bocciatura".

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