Casse private, apertura del Governo sulla detassazione degli aiuti
Probabile un emendamento alla legge finanziaria per includere le Casse di previdenza tra i soggetti beneficiari dell'esenzione fiscale
Gli aiuti erogati dalle Casse di previdenza ai loro iscritti potrebbero non essere più tassati, così come la pressione fiscale sui rendimenti potrebbe scendere dal 26% al 20 per cento.
Il sottosegretario al ministero dell'Economia Pier Paolo Baretta, in merito alla detassazione (riconosciuta agli aiuti erogati dallo Stato per fronteggiare la pandemia ma non a quelli elargiti dalle Casse) ha parlato di un probabile emendamento alla legge finanziaria per includere le Casse di previdenza tra i soggetti beneficiari dell'esenzione fiscale prevista dall'articolo 10 della legge finanziaria in via di elaborazione dedicato alla «Riduzione della tassazione dei dividendi per gli enti non commerciali». La questione è emersa ieri durante la presentazione del V Rapporto sugli Investimenti degli enti di previdenza privati (si veda il Sole 24 Ore di ieri) - curato dal Centro studi dell'Adepp, l'associazione delle Casse di previdenza dei professionisti - su diretta sollecitazione del presidente Adepp Alberto Oliveti
Ma non è tutto. Sia Baretta che la collega Francesca Puglisi, sottosegretario al ministero del Lavoro , si sono detti favorevoli all'idea di portare la tassazione dei rendimenti delle Casse dal 26% al 20% come previsto per i fondi di previdenza complementare.
La presentazione di ieri è stata l'occasione per parlare del ruolo che le Casse hanno giocato sul fronte del welfare negli ultimi mesi - l'impegno più consistente è stato quello di anticipare i 600/1.000 euro riconosciuti dal Governo alle partite Iva - e su quello che potrebbero avere nel prossimo futuro.
Baretta ha sottolineato che la crisi economica innescata dalla pandemia durerà nel tempo, così come l'acutizzarsi delle disuguaglianze sociali. In questo scenario servono investimenti che facciano da volano alla ripresa e una nuova idea di welfare. E qui le Casse possono avere un ruolo importante, Baretta le definisce dei partner anche se ammette che non sempre sono state trattate da tali.
Tra le sollecitazioni emerse ieri ci sono la riconversione verso l'economia green o gli impieghi che abbiano una ricaduta sia per i professionisti che per il paese. Il sottosegretario Puglisi ha, invece, rimarcato che non va perso di vista il contenimento del rischio: «escludo che le Casse possano investire nelle star up delle Pmi - afferma - perché non va perso di vista l'obiettivo primario che è quello di erogare le pensioni».
Il presidente Covip Mario Padula a proposito del sistema di controlli cui sono soggette le Casse (il Dl 98/2011 ha dato alla Covid il compito di controllare gli investimenti e il patrimonio delle Casse ) ha parlato di un nuovo meccanismo a cui sta lavorando «un percorso di segnalazione evolutiva sui dati finanziari»; in merito il sottosegretario Puglisi si è raccomandata di evitare ulteriori adempimenti che non farebbero che appesantire ulteriormente un meccanismo di controlli già eccessivamente complesso (sono 12 i soggetti controllori sulle Casse di previdenza). E in merito al Regolamento sugli investimenti, di cui il presidente Covip auspica la pubblicazione, il presidente della Commissione di vigilanza sugli enti di previdenza Sergio Puglia ha detto che prima della pubblicazione è necessaria una revisione «che non può prescindere dal dialogo tra le Casse, il Mef e il ministero del Lavoro».