Famiglia

Cessazione impresa familiare: agli immobili del coniuge si riconosce un maggior valore con il passaggio all'euro

Lo precisa la Cassazione con l'ordinanza n. 1401/2021 depositata il 22 gennaio

di Giampaolo Piagnerelli

In caso di cessazione dell'impresa familiare al marito va riconosciuto un valore degli immobili aumentati anche in conseguenza del passaggio dalla lira all'euro. Lo chiarisce la Cassazione con ordinanza 1401/21.

La vicenda. Il giudice di secondo grado, pur confermando che la misura del marito all'impresa familiare era pari al 60 per cento, ha ritenuto che la relativa quota dovesse essere calcolata depurata dall'incremento di valore degli immobili in proprietà della moglie e da questa conferiti all'impresa familiare. Tale incremento non era strettamente connesso all'apporto concreto dei partecipanti all'impresa familiare, ma era scaturito dall'aumento di valore del mercato degli immobili determinato dal passaggio di valuta dalla lira all'euro secondo quanto accertato dal consulente tecnico d'ufficio. Così se da un lato l'aumento di valore degli immobili utilizzati nell'esercizio dell'impresa familiare verificatosi per l'introduzione della moneta unica non appare concettualmente riconducibile alla nozione di "incremento" quale definita dalla giurisprudenza posto che tale aumento non è frutto del reinvestimento in azienda di utili conseguiti e non distribuiti; sotto altro profilo, invece, deve considerarsi che l'aumento di valore degli immobili per effetto dell'introduzione della moneta unica può assumere rilievo ai fini della concreta determinazione delle spettanze del familiare in quanto si sia tradotto in un generale fattore di accrescimento del valore dell'impresa unitariamente considerata e in definitiva in una maggiore redditività della stessa.

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