Penale

Chiusa l'attività al gestore che non evita gli assembramenti anti Covid

Il Sindaco del comune di Bologna aveva ordinato la chiusura delle attività di ristorazione (dalle ore 15 alle ore 6) per la durata di trenta giorni

di Giampaolo Piagnerelli

Il gestore - che disinteressandosi di un provvedimento emesso dal Sindaco per contenere la diffusione del Covid -19 – continui a esercitare l'attività, rischia la chiusura del locale. Lo precisa la Cassazione con la sentenza n. 44589/21.

Sebbene il 31 ottobre 2020 il Sindaco del comune di Bologna avesse ordinato la chiusura delle attività di ristorazione (dalle ore 15 alle ore 6) per la durata di trenta giorni, il titolare di un pub aveva commesso reiterate violazioni del provvedimento sindacale accertate in numerosi giorni. Per effetto di queste violazioni il Questore di Bologna ha emesso un provvedimento di sospensione dell'autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande nei confronti del titolare dell'attività (ex articolo 100, comma 1 del Tulps). Il ricorrente, invece, ha eccepito come il provvedimento fosse stato preso in maniera avventata e senza accertare le modalità di somministrazione.

I poteri del questore
Ricorda la Cassazione che "oltre i casi indicati dalla legge il questore può sospendere la licenza di un esercizio, anche di vicinato, nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che comunque, costituisca un pericolo per l'ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini". Ora il gestore, in violazione dell'ordinanza emessa dal Sindaco di Bologna, aveva svolto attività di ristorazione in un orario non consentito, permettendo che, nelle adiacenze del suo locale si creassero pericolosi assembramenti di avventori contrastanti con le cautele sanitarie imposte dall'emergenza pandemica da Covid 19. Peraltro le contestazioni al titolare, al contempo, devono ritenersi incontroverse sulla base delle verifiche effettuate dalle Forze dell'ordine, che nel corso dei loro controlli, non solo constatavano la violazione delle disposizioni comunali emesse allo scopo di prevenire il contagio pandemico, ma anche un atteggiamento ostile da parte del gestore nei confronti degli operatori di polizia, che con provvedimento di iniziativa il 19 gennaio 2021 disponevano il sequestro del locale.

Conclusioni.
La Cassazione ha evidenziato la correttezza della misura presa e quindi la colpa del gestore per non avere adottato le misure basilari anti Covid 19 come ad esempio evitare il più possibile assembramenti.