Giustizia

Cnf, Mascherin e Piccioni si fanno da parte in attesa del verdetto sulla eleggibilità

Presidente e Vicepresidente eletti del Cnf per "ragioni di opportunità" non parteciperanno ad alcuna attività consiliare

di Francesco Machina Grifeo

Andrea Mascherin e Giuseppe Piccioni, eletti rispettivamente Presidente e vicepresidente del Consiglio nazionale forens e, hanno inviato una comunicazione al Cnf nella quale "per ragioni di opportunità" hanno espresso la decisione di non partecipare ad alcuna attività consiliare ed a quelle collegate, "considerata, l'imminente decisione" della Corte di Appello di Roma sulla controversia riguardante la loro eleggibilità a consiglieri del Cnf.

Intanto, il "Patto per l'avvocatura", con una nota, chiede un passo indietro di tutti gli ineleggibili. «Noi avvocati dobbiamo risolvere al più presto l'annosa questione della legittimità della governance istituzionale – spiega Antonino La Lumia, Presidente del Movimento Forense - così da poter operare concretamente nell'interesse della categoria, in un periodo di incertezza e di difficoltà senza precedenti, partecipando da protagonisti al percorso di riforma della Giustizia».

Il Patto che ha redatto un "Manifesto" delle priorità per la categoria, in vista del Congresso straordinario del 23 e 24 luglio prossimi, raccoglie l'adesione oltre che del Movimento Forense anche di: Adelante Avvocati in Movimento, Associazione A Difesa, AGIUS (Associazione Giuristi Siciliani), Associazione Alexandra, Alleanza per il Rinnovamento Forense, Associazione Nazionale Italiana Tutori e Amministratori di sostegno - ANITA, ARDE, Associazione Avvocati del Foro di S. Maria C.V., Associazione Forense 17/12, Azione Forense, Camera Ambrosiana, Associazione MIA, NAD (Nuova Avvocatura Democratica), UAS (Unione Avvocati della Sardegna), Vis Romana.

"Prendiamo atto da una nota stampa odierna sul quotidiano 'II Dubbio' – scrivono i firmatari del Patto -, che i componenti del Consiglio Nazionale Forense, dichiarati ineleggibili dal Tribunale di Roma (Andrea Mascherin e Giuseppe Picchioni), hanno comunicato che, per ragioni di opportunità, non parteciperanno alle attività consiliari fino alla decisione della Corte d'AppeIIo circa la loro impugnazione".

"Tale scelta, come abbiamo più volte ribadito nelle scorse settimane - proseguono -, era inevitabile non soltanto per ragioni politiche, ma anche alla luce dell'efficacia del provvedimento cautelare di sospensione del 13 marzo 2020, emesso – in via d'urgenza - dal medesimo Tribunale di Roma.

"Per questo, riteniamo che - ferme restando le garanzie processuali - identica scelta debba essere adottata nell'immediatezza da tutti i Consiglieri dichiarati ineleggibili dall'Autorità Giudiziaria, al fine di consentire la legittimità dell'azione dell'organismo apicale dell'Avvocatura".

Intanto, dopo l'udienza di merito del 3 giugno scorso, la Corte d'Appello di Roma ha trattenuto la causa in decisione e l'esito potrebbe già arrivare a fine luglio. Anche il Collegio infatti avrebbe condiviso l'urgenza della questione e la necessità di arrivare ad una soluzione.

Dopo la decisione cautelare con cui il 17 maggio scorso (depositata il 20/5) la Corte di appello capitolina aveva affermato che il provvedimento con cui Mascherin e altri otto consiglieri del Cnf erano stati dichiarati ineleggibili non è immediatamente esecutivo, si era creato un clima di incertezza sulla eventuale immediata reintegra.

Tale provvedimento è stato emesso nel procedimento di impugnazione della sentenza del Tribunale di Roma che, in via cautelare il 13 marzo 2020, aveva sospeso gli effetti della proclamazione dei nove eletti e poi successivamente, il 25 settembre, decidendo nel merito ne aveva dichiarato l'ineleggibilità.

Col comunicato di oggi il vertice eletto del Cnf fa un passo indietro in attesa di un esito ufficiale.

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