Commercialisti: stop ai limiti sugli amministratori giudiziari
Valorizzare la fase di gestione e il ruolo del
Il tentativo da parte della categoria è di rispostare l’attenzione sulla fase precedente alla confisca dei beni ai mafiosi, ossia in quella relativa alla gestione. E in questo contesto le proposte dei commercialisti vanno nella direzione di:
introdurre norme per agevolare, dal punto di vista fiscale, le imprese sequestrate e confiscate;
regolamentare la disciplina dei rapporti di lavoro delle imprese sequestrate e confiscate, non solo con agevolazioni retributive e contributive, ma ipotizzando l’introduzione di una contrattazione collettiva ad hoc che consenta anche di fronteggiare i cosiddetti costi della legalità.
A questo poi si aggiungono le questioni sui rapporti tra banche o altri istituti di credito o imprese sequestrate o confiscate: resta, infatti, aperta tutta una serie di problemi che vanno dal rating alle condizioni applicate.
Ma tra le proposte che saranno discusse con i relatori (sono previsti l’interventi, tra gli altri, del presidente dell’Anac Raffaele Cantone, del procuratore generale Antimafia Franco Roberti e del sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli) ci sono quelli per dare maggiore risalto alla figura e al ruolo del custode/amministratore giudiziario. A cominciare dal dietrofront sulla norma che limita a tre gli incarichi aziendali per arrivare a quella che impone la gratuità dell’incaricodell’amministratore giudiziario chiamato ad esercitare, nei procedimenti avviati una volta verificato il rischio di infiltrazione mafiosa, i poteri spettanti agli organi di amministrazione e agli altri organi sociali.