Professione e Mercato

Commercialisti: stop ai limiti sugli amministratori giudiziari

immagine non disponibile

di Giovanni Parente

Valorizzare la fase di gestione e il ruolo del custode e amministratore giudiziario . Sono questi i due macroobiettivi che i commercialisti proporranno come pacchetto di modifiche al Codice Antimafia, atteso all’inizio della prossima settimana all’esame dell’Aula della Camera (si veda «Il Sole 24 Ore» di ieri). Proposte che emergeranno nella due giorni di convegno nazionale organizzato dal Cndcec dal titolo «Impresa ed economia criminale - Il ruolo centrale del commercialista» che si svolgerà da oggi pomeriggio alle 15 a Montesilvano (Pescara). Il Consiglio nazionale “schiererà”, oltre al presidente Massimo Miani che porgerà i saluti istituzionali, anche il segretario Achille Coppola che presiederà la prima tavola rotonda di oggi, il consigliere Raffaele Marcello che modererà i lavori di domani e i due consiglieri delegati alle funzioni giudiziarie Valeria Giancola e Giuseppe Tedesco.

Il tentativo da parte della categoria è di rispostare l’attenzione sulla fase precedente alla confisca dei beni ai mafiosi, ossia in quella relativa alla gestione. E in questo contesto le proposte dei commercialisti vanno nella direzione di:

introdurre norme per agevolare, dal punto di vista fiscale, le imprese sequestrate e confiscate;

regolamentare la disciplina dei rapporti di lavoro delle imprese sequestrate e confiscate, non solo con agevolazioni retributive e contributive, ma ipotizzando l’introduzione di una contrattazione collettiva ad hoc che consenta anche di fronteggiare i cosiddetti costi della legalità.

A questo poi si aggiungono le questioni sui rapporti tra banche o altri istituti di credito o imprese sequestrate o confiscate: resta, infatti, aperta tutta una serie di problemi che vanno dal rating alle condizioni applicate.

Ma tra le proposte che saranno discusse con i relatori (sono previsti l’interventi, tra gli altri, del presidente dell’Anac Raffaele Cantone, del procuratore generale Antimafia Franco Roberti e del sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli) ci sono quelli per dare maggiore risalto alla figura e al ruolo del custode/amministratore giudiziario. A cominciare dal dietrofront sulla norma che limita a tre gli incarichi aziendali per arrivare a quella che impone la gratuità dell’incaricodell’amministratore giudiziario chiamato ad esercitare, nei procedimenti avviati una volta verificato il rischio di infiltrazione mafiosa, i poteri spettanti agli organi di amministrazione e agli altri organi sociali.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©