Concorsi, la Corte Ue apre a italiano e spagnolo come seconda lingua
Una eventuale limitazione ai soli francese, inglese e tedesco deve essere giustificata da specifiche ragioni di servizio
La Corte conferma l'illegittimità di due bandi di concorso EPSO - l'Ufficio europeo per la selezione del personale - che limitavano la scelta della seconda lingua ai soli: francese, inglese o tedesco. Le decisioni inerenti a cause italiane e spagnole ( C-623/20 P Commissione/Italia e C-635/20 P | Commissione/Spagna e Italia ) si basano sul presupposto che tale limitazione non era giustificata dall'interesse del servizio a che le persone neoassunte fossero immediatamente operative .
Bocciato dunque il ricorso della Commissione contre le sentenze del Tribunale che aveva annullato i due bandi dell'EPSO per la costituzione di elenchi di riserva di amministratori nel settore dell' audit e per la lotta alla corruzione e contraffazione. Il Tribunale aveva rilevato che la limitazione alle sole lingue francese, inglese e tedesca della scelta della seconda lingua costituisce, in sostanza, una disparità di trattamento che non era giustificata.
Nella sentenza odierna, la Corte afferma che il Tribunale ha correttamente verificato se la Commissione avesse dimostrato che la limitazione della scelta della seconda lingua dei candidati alle sole lingue francese, inglese o tedesca fosse oggettivamente giustificata e proporzionata all'obiettivo di assumere amministratori immediatamente operativi ed ha giustamente concluso che la risposta doveva essere negativa. Come affermato dalla decisione appellata, la Commissione non era riuscita a dimostrare che la conoscenza soddisfacente delle lingue suddette fosse indispensabile per rendere immediatamente operativi i funzionari. Né che la conoscenza delle lingue francese e tedesca fosse maggiormente giustificata della conoscenza di un'altra lingua dell'Unione.
Non è stato insomma dimostrato che tutte e tre le lingue qualificate come «lingue procedurali» saranno effettivamente utilizzate dai servizi della Commissione, della Corte dei conti e dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) nel loro lavoro quotidiano.