Giustizia

Concorso notai, ammesso il doppio degli aspiranti giudici

Fino ad ora gli idonei sono il 12% a fronte del 5,7% registrato al concorso per 310 posti in magistratura

Un tempo veniva ritenuto il bando più selettivo del settore della giustizia. Ma stavolta la percentuale dei candidati ammessi all'orale del concorso per 400 posti da notaio, è pari al doppio di chi ha tagliato il primo analogo traguardo tra gli aspiranti magistrati: per ora gli idonei sono il 12% a fronte di uno striminzito 5,7% registrato al concorso per 310 posti in magistratura.

Entrambi i bandi risalgono al 2019, ma causa pandemia le prove sono cominciate in tutti i due casi solo l'anno scorso. A quello per notaio hanno partecipato 1.577 candidati: alla data di oggi gli ammessi all'orale sono 76, ma le prove corrette sono ancora meno della metà, 611 in tutto.

Al concorso in magistratura gli scritti sono invece già stati esaminati tutti quanti dai commissari e il risultato, decisamente sconfortante, ha aperto nei mesi scorsi un dibattito dentro la magistratura sull'inadeguatezza dei candidati ma anche sulle modalità delle prove: le hanno superate solo in 220 sui 3.797 che si erano presentati per sostenerle.

Con la conseguenza che è già certo che almeno una novantina di posti resteranno scoperti, proprio nel momento in cui la magistratura, già alle prese con una carenza di organico (sono circa un migliaio i giudici che mancano) ha bisogno di più risorse per raggiungere gli ambiziosi obiettivi indicati dal Pnrr: il taglio del 40% dei processi civili e del 25% di quelli penali.

Si sta comunque già correndo ai ripari. Nelle scorse settimane sono cominciate le prove scritte del mega-concorso che punta a reclutare 500 nuovi magistrati, il primo di queste dimensioni negli ultimi 14 anni. Anche il numero dei candidati è impressionante: sono 6.524,il che vuol dire 13 volte di più dei posti disponibili.

A loro la ministra della Giustizia Marta Cartabia, con un messaggio inviato alla vigilia delle prove, ha ricordato la posta in gioco: i futuri magistrati dovranno dare, assieme a quelli già in servizio, un "contributo insostituibile alla stagione di riforme" e contribuire, con il loro lavoro, a incrementare "l'indispensabile fiducia" dei cittadini nella giustizia.

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