Concorso notai, Corte Ue: discriminatorio il limite di 50 anni
Sarà comunque il giudice nazionale ad avere l'ultima parola ma dovrà rispettare i rigorosi paletti messi dalla Cgue
Per la Corte Ue il limite dei 50 anni per l'accesso al concorso notatile "appare discriminatorio" in quanto viola la Direttiva 2003/78 sulla parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
In particolare, tale normativa, spiega la decisione, non appare perseguire gli obiettivi indicati dal Ministero della Giustizia, e cioé di garantire la stabilità dell'esercizio di tale professione per un lasso temporale significativo prima del pensionamento, di proteggere il buon funzionamento delle prerogative notarili e di agevolare il ricambio generazionale e il ringiovanimento del notariato "e, in ogni caso, eccede quanto necessario per raggiungere tali obiettivi". Sarà comunque il giudice nazionale ad avere l'ultima parola in merito ma nel giudizio dovrà rispettare i rigorosi criteri di non discriminazione indicati dai giudici di Lussemburgo nella sentenza 3 giugno 2021 causa C-914/19 .
Il caso – Nell'aprile 2016, il Ministro della Giustizia ha indetto un concorso a 550 posti di notaio fissando a 50 anni il limite di età per poter partecipare. Una candidata ha impugnato al Tar il decreto con cui era stata esclusa per ragioni di età. Il Tribunale amministrativo l'ha riammessa in via cautelare. Ed in seguito ha dichiarato improcedibile il ricorso per sopravvenuta carenza di interesse, visto che la ricorrente era ormai risultata vincitrice. Il Ministero ha presentato appello al Consiglio di Stato, ritenendo che il Tar Lazio avrebbe dovuto respingere nel merito il ricorso e non avrebbe dovuto attribuire rilevanza al superamento delle prove. Investito delle questione Palazzo Spada ha chiesto alla Corte Ue se il principio di non discriminazione, riconosciuto dall'articolo 21 della Carta, dall'articolo 10 TFUE e dall'articolo 6 della Direttiva 2003/78, osti ad una normativa che impone un limite di età per la partecipazione al concorso pubblico notarile.
La motivazione - Con la decisione di oggi, la Corte dichiara che il quadro di norme europee in favore della parità di trattamento in materia di lavoro deve essere interpretato nel senso che esso si oppone a una regolamentazione nazionale che fissa un limite di età di 50 anni per poter partecipare al concorso per l'accesso alla professione di notaio.
La Corte rileva che la normativa nazionale rientra nel campo di applicazione della direttiva sulla parità di trattamento sul lavoro. Inoltre, sottolinea che la misura comporta una differenza di trattamento fondata sull'età che potrebbe non costituire una discriminazione soltanto nel caso in cui fosse oggettivamente e ragionevolmente giustificata.
Tuttavia, nel caso di specie, la norma nazionale non appare, a prima vista, perseguire gli obiettivi riferiti dal Governo italiano, quali garantire la stabilità dell'esercizio della professione di notaio per un lasso temporale significativo prima del pensionamento e agevolare il ricambio generazionale. Spetta comunque al giudice di rinvio, prosegue la decisione, verificare tale circostanza e stabilire inoltre se esista un giusto equilibrio tra i diversi interessi in gioco, in particolare, tenendo conto del fatto che merita tutela anche la partecipazione dei lavoratori anziani alla vita economica, culturale e sociale del Paese.
E, nell'ipotesi in cui il giudice di rinvio concludesse che il limite di età persegue effettivamente obiettivi meritevoli, occorre comunque che i mezzi impiegati siano appropriati e necessari. Tenendo in considerazione vari fattori: in particolare, il fatto che i notai italiani devono sottostare ad un periodo di tirocinio obbligatorio di 120 giorni, possono andare in pensione dopo almeno 20 anni di esercizio della professione e possono lavorare sino ai 75 anni di età.
Riguardo poi al ricambio generazionale, la Corte rileva che si tratta di una finalità legittima di politica del lavoro, tuttavia, constata che, nella prassi, non sempre tutti i posti messi a concorso sono assegnati. Ciò significa che, in relazione ai posti non coperti, alcuni giovani non hanno avuto accesso alla professione di notaio, mentre i candidati di età superiore ai 50 anni sono stati comunque privati della possibilità di far valere le loro competenze partecipando al concorso. Sembra, quindi, conclude la Corte, che la legge nazionale vada oltre quello che è necessario per agevolare il ricambio generazionale e il ringiovanimento del notariato. La Corte ribadisce, comunque, che spetta al giudice nazionale verificare anche queste circostanze.