Penale

Confisca allargata, la Cassazione definisce la data dei beni

Le Sezioni Unite: vale il patrimonio posseduto al momento della condanna emessa per il reato-spia

di Giovanni Negri

La Cassazione definisce con maggiore precisione i limiti cronologici della confisca allargata. Le Sezioni unite, con un pronuncia nota solo per informazione provvisoria, hanno infatti stabilito che il giudice dell’esecuzione, investito della richiesta di confisca sulla base dell’articolo 240 bis del Codice penale «esercitando gli stessi poteri che sono propri del giudice della cognizione, può disporla, «fermo restando il criterio di “ragionevolezza temporale”, in ordine ai beni che sono entrati nella disponibilità del condannato fino al momento della pronuncia della sentenza per il cosiddetto reato “spia”, salva comunque la possibilità di confisca di beni acquistati anche in epoca posteriore alla sentenza, ma con risorse finanziarie possedute prima».

Il quesito risolto dalle Sezioni unite riguardava il caso in cui la confisca allargata, non adottata dal giudice della cognizione, viene disposta, dal giudice dell’esecuzione, dopo il passaggio in giudicato della sentenza di condanna per un reato-spia. Incerto, in particolare, il limite temporale a cui il giudice doveva adeguarsi nel disporre la confisca: il momento della pronuncia della sentenza che avrebbe dovuto disporre la confisca (secondo un orientamento) oppure il momento del passaggio in giudicato della sentenza (secondo un’altra linea). Differenza di non poco conto, visto che tra l’uno e l’altro momento possono passare anni, per effetto delle impugnazioni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©