Giustizia

Congresso Anf: riforme civili e penali con molte ombre poche luci

Con la relazione di Pansini si è aperto il IX Congresso nazionale dell'Associazone nazionale forense dedicato alle proposte del Governo

In corso i lavori del IX congresso nazionale dell'Associazione nazionale forense (Anf), intitolato «Insieme nella giusta direzione", che si concluderanno domenica, con l'elezione dei delegati che concorreranno alla successiva elezione del Segretario generale.
I lavori sono stati aperti dagli avvocati Giandomenico Catalano (segretario Anf Roma), Maria Masi (presidente del Cnf), Antonino Galletti (presidente del Coa della capitale).

LA RELZIONE DEL SEGRETARIO

Le relazioni congressuali sono state affidate a Giovanni Delucca, Presidente Consiglio Nazionale ANF, e al Segretario generale Luigi Pansini.Pansini, che si avvia a concludere il suo secondo mandato, ha illustrato la sua relazione congressuale, passando in rassegna le tematiche inerenti l'amministrazione della giustizia e volgendo lo sguardo anche alle recenti evoluzioni.

«Non possiamo non renderci conto – ha detto Pansini - che, nonostante il discorso programmatico del Presidente del Consiglio Draghi del 18 gennaio, che giustamente ha sottolineato come la crisi pandemica abbia colpito duramente anche i lavoratori autonomi sotto il profilo dell'occupazione, del sistema di sicurezza sociale, della strategia e delle misure di sostegno, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le proposte di riforma concorrenziale contenute nella Segnalazione 4143 dell'AGCM del 23.3.2021 non brillano certo per le strategie di sviluppo delle libere professioni, in generale, e della professione di avvocato, in particolare».

«Mancano, infatti – ha aggiunto Pansini - iniziative e misure di sostegno allo sviluppo della dimensione imprenditoriale degli studi professionali, dei processi di aggregazione e dell'arricchimento delle competenze dei professionisti e la massima parte degli strumenti previsti all'interno del piano Transizione 4.0 non è a questi accessibile, salvo che per quelli che operano all'interno di Società tra Professionisti, giacché la normativa di attuazione ha imposto - in modo del tutto arbitrario e incongruente con le norme di legge, che fanno, invece, riferimento alla nozione comprensiva di PMI derivante dal diritto europeo - il requisito dell'iscrizione alla Camera di Commercio»

Un passaggio poi dedicato alla rappresentanza istituzionale dell'avvocatura.

«Credo – ha detto Pansini - che non sia sfuggita a nessuna la determinazione con cui le riforme processuali e quelle organizzative collegate al PNRR sono portate avanti: bene la possibilità di interloquire e di confrontarsi, ma la capacità di incidere è tutt'altra cosa. Guardando al rovescio della medaglia, il minimo comune denominatore che ha caratterizzato la composizione delle commissioni ministeriali, per il processo civile, per quello penale e quello tributario, per l'ordinamento giudiziario, per la magistratura onoraria e per il codice della crisi di impresa, è che la magistratura, la cui credibilità - stando ai sondaggi - è ai minimi storici, è stata presente, ha scritto, ha inciso; l'Avvocatura, invece, con tutto il rispetto per l'accademia, non c'era. È un dato taciuto anche nel corso della sessione ulteriore del 34° Congresso Nazionale di luglio scorso».

«È un dato che, invece – ha aggiunto Pansini – che alcuni di noi hanno subito messo a fuoco e offerto come argomento di discussione nel corso degli ultimi nostri consigli nazionali insieme a quello che emerge dalla lettura della relazione della commissione ministeriale sull'ordinamento giudiziario. Rispetto al disegno di legge Bonafede, infatti, gli elementi di trasparenza, responsabilizzazione e valutazione dei magistrati lì presenti sono stati tutti eliminati dalla commissione ministeriale presieduta da uno dei massimi sostenitori dell'avvocato in Costituzione. Sembra doversi prendere atto che i magistrati non sono valutabili.Ed è ovvio che, se i magistrati non sono né valutabili né sanzionabili, se si continuano ad ignorare le reali cause che frenano i tempi della giustizia, se non abbiamo la forza di incidere nei processi decisionali che riguardano la giurisdizione, l'intervento del legislatore sulle regole del processo era e rimane la via più facile per annunciare e realizzare epocali riforme della giustizia.La partecipazione degli avvocati nell'amministrazione della giustizia è, quindi, una priorità tra le priorità e non bastano le parole del Primo Presidente della Corte di Cassazione all'inaugurazione dell'anno giudiziario per invocare la pace sul diritto di tribuna e sulla partecipazione attiva degli avvocati nei consigli giudiziari».

«Quindi – ha detto Pansini - dinanzi a noi sta per aprirsi, capricci del governo ed elezione del Presidente della Repubblica permettendo, la stagione dei decreti legislativi di attuazione, mentre si fa sempre più stabile la convivenza con l'udienza da remoto e, purtroppo, con l'udienza a trattazione scritta».

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