Comunitario e Internazionale

Consiglio d'Europa, nonostante gli sforzi la Giustizia italiana è la più lenta

Per il rapporto Cepej i motivi dietro la lunghezza dei processi in Italia sono diversi, ma sicuramente l'arretrato<b/>accumulato gioca un ruolo importante

In Italia, nel 2018, il tempo medio per arrivare a una sentenza in primo grado in un processo penale è stato il più elevato d'Europa, 361 giorni (contro una media di 144 giorni), in un processo civile e di contenzioso commerciale è stato di 527 giorni, secondo solo a quello della Grecia (559 giorni), contro una media europea di 233 giorni.

Nel nostro Paese occorrevano in media 889 giorni per arrivare a una sentenza di primo grado in un processo amministrativo (Tar), contro una media europea di 323 giorni. In questo ambito il record spetta a Malta (1.057 giorni), seguita dal Portogallo (928 giorni).
Questi sono alcuni dei dati contenuti nell'ultimo rapporto del Cepej (commissione europea per l'efficacia della giustizia) , che ogni due anni valuta i sistemi giudiziari dei Paesi membri del Consiglio d'Europa.

"I motivi dietro la lunghezza dei processi in Italia sono diversi, ma sicuramente la quantità di arretrato accumulato gioca un ruolo importante", spiegano gli esperti del Cepej. "L'Italia, come dimostrano i dati sui casi chiusi ogni anno tra il 2010 e 2018, si è sforzata di risolvere questo problema", osservano a Strasburgo, "ma questi stessi dati mostrano che il sistema giudiziario non è stabile e che non può mantenere un carico di lavoro che supera una certa soglia".

Al top nella digitalizzazione - Ma l'Italia porta a casa anche il segno più nella digitalizzazione. Siamo tra i 9 Paesi europei che tra il 2016 e il 2018 hanno aumentato di più il budget riservato all'informatizzazione dei tribunali, e anche tra i sei in cui è cresciuto quello destinato alla formazione dei magistrati. Nel nostro Paese l'aumento del budget per l'informatizzazione è stato pari all'84%, e quello per la formazione del 48%.

In base ai dati raccolti da Strasburgo l'indice globale di penetrazione dell'informatizzazione nel sistema giudiziario italiano è pari a 6,42. La media europea è 6,11. Il settore dove l'Italia ottiene i migliori risultati è quello della digitalizzazione della gestione dei tribunali e dei fascicoli, in cui ottiene un punteggio di 8,05. La media europea è pari a 7,11. Il punteggio per le tecnologie che aiutano i magistrati a prendere le loro decisioni è 6,11. Mentre quello per gli strumenti tecnologici che permettono ai tribunali di comunicare tra loro ma anche con l'esterno 5,10.

Le tendenze generali -Ma nelle conclusioni dell'ottavo rapporto di valutazione ci sono altri dati interessanti che individuano delle tendenze generali nei sistemi giudiziari di 45 paesi europei:

• gli Stati europei spendono in media € 72 per abitante all'anno nel sistema giuridico;
• il numero di donne giudici e pubblici ministeri continua ad aumentare, ma le professioni giuridiche sono ancora svolte prevalentemente da uomini ;
• in media, oggi vi sono 164 avvocati ogni 100.000 abitanti ;
• il numero dei tribunali è sceso del 10% tra il 2010 e il 2018 ;
• i tribunali in tutta Europa hanno potuto continuare a operare durante la pandemia grazie ai recenti progressi della tecnologia dell'informazione.

Per la prima volta, inoltre, il rapporto di valutazione della CEPEJ contiene delle schede paese che permettono di situare il proprio paese rispetto ad altri paesi europei.

Lo scopo della CEPEJ, ricorda infine il comunicato stampa, « è migliorare l'efficacia e il funzionamento della giustizia nei suoi Stati membri ».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©