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Corte Ue: il divieto di esportare euro in Russia si estende anche alle cure mediche

La Corte Ue, sentenza nella causa C-246/24 depositata oggi, ha chiarito che sono ammessi contanti in valuta europea solo per le spese di viaggio

Il divieto di esportare in Russia banconote denominate in euro o in altra valuta ufficiale di uno Stato membro si applica anche quando il denaro è destinato a finanziare cure mediche. Lo ha stabilito la Corte Ue, con la sentenza nella causa C-246/24 depositata oggi, aggiungendo che possono essere trasportate soltanto le somme necessarie per pagare le spese di viaggio e di soggiorno

Il caso - In occasione di un controllo doganale all’aeroporto di Francoforte sul Meno (Germania), una passeggera aerea che intendeva recarsi in Russia è risultata in possesso di quasi 15mila euro in banconote. Il denaro era destinato non solo a coprire le sue spese di viaggio, ma anche a pagare trattamenti medici in Russia, per l’esattezza: cure dentistiche, un trattamento ormonale la Pma e di un trattamento di follow-up di un’operazione mammaria in una clinica di chirurgia plastica. I doganieri hanno sequestrato i contanti, ad eccezione di un migliaio di euro a copertura delle spese di viaggio.

Le misure restrittive – Le misure adottate dall’Unione europea in risposta all’aggressione militare della Russia nei confronti dell’Ucraina vietano di esportare in Russia banconote denominate in euro o in altra valuta ufficiale di uno Stato membro. Il divieto mira ad evitare che il sistema economico russo benefici dell’accesso al denaro contante. Il divieto, tuttavia, non si applica alle somme necessarie per l’uso personale del viaggiatore o dei familiari più stretti.

Il giudice tedesco investito di un procedimento penale contro la passeggera si è rivolto alla Corte di giustizia perché chiarisca se tale eccezione si estenda anche alle spese mediche.

La motivazione - La Corte risponde in senso negativo: l’esportazione da parte di una persona che si reca in Russia di banconote denominate in euro, per pagare trattamenti medici cui intende sottoporsi in tale paese, non costituisce un’esportazione necessaria per il suo uso personale. Poiché l’Unione europea, prosegue la Corte Ue, non ha limitato il diritto di recarsi in Russia, l’eccezione in questione mira esclusivamente a garantire che il viaggiatore disponga del denaro contante necessario per il viaggio e il soggiorno. Mentre i trattamenti medici non rispondono a bisogni occasionati dal viaggio o dal soggiorno.

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