Professione e Mercato

Covid-19: praticanti avvocati, Upa e Aipavv chiedono l'esame orale abilitante per la sessione 2020

A meno di due mesi dagli scritti - 15-18 dicembre - per i praticanti avvocati non ci sono le condizioni per svolgere le prove

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di Francesco Machina Grifeo

Col crescere costante dei contagi aumenta anche l'agitazione degli aspiranti legali che fra due mesi esatti - il 15-16 e 17 dicembre - si troveranno a sostenere gli scritti per l'Esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione. Per i giovani praticanti però non ci sono le condizioni per sostenere l'esame secondo con le consuete regole. Upa (Unione praticanti avvocati) e Aipavv (Associazione italiani praticanti avvocati) chiedono infatti per quest'anno l'esame orale abilitante, e poi a seguire una riforma complessiva dell'accesso alla professione.


A causa dell'emergenza sanitaria in corso, il bando contenuto nel decreto 14 settembre 2020 (G.U. del 15/9/2020) ha infatti previsto, all'articolo 8 (co. 2), che un successivo decreto ministeriale, che verrà pubblicato sulla G.U. del 27 novembre 2020, individuerà "eventuali misure disciplinanti l'accesso e la permanenza alle sedi concorsuali, al fine di garantire il rispetto delle vigenti disposizioni volte a prevenire il contagio da Covid-19".

Per la dottoressa Claudia Majolo, Presidente Upa, "sorprende il fatto che, ancora oggi, non ci sia la benché minima chiarezza". "Gli oltre 25.000 praticanti che si apprestano a sostenere l'esame - prosegue -, prima ancora di inviare la domanda di partecipazione con i relativi pagamenti, meritano di essere rassicurati dal Governo in ordine alle modalità di svolgimento delle prove".

"Le difficoltà, purtroppo, sono oggettive e sono sotto gli occhi di tutti. Il Governo – ricorda Majolo - ha varato un nuovo Dpcm con misure ancora più gravose e restrittive, vietando feste private oppure matrimoni e funerali con un numero di partecipanti che non deve superare le 30 unità ma alcuna menzione è stata fatta in ordine all'esame d'avvocato". In questo modo incalza: "Nelle corti d'Appello più grandi, soprattutto, si rischia veramente un'impennata di contagi non indifferente. Se si pensa che solo a Napoli sono previste circa 4500 persone, il calcolo è davvero molto semplice. Senza contare, inoltre, che saremmo costretti ad indossare per tre giorni le mascherine per circa 10-12 ore. Detto francamente, mi sembra inaccettabile".

Le sedi di Corti di appello infatti rimangono immutate e sono: Ancona, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Catania, Catanzaro, Firenze, Genova, L'Aquila, Lecce, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Reggio Calabria, Roma, Salerno, Torino, Trento, Trieste, Venezia e presso la Sezione distaccata di Bolzano della Corte di appello di Trento.

Qualche giorno fa poi l'Upa ha scritto una accorata lettera al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede chiedendo urgentemente, prima dunque di pagare la tassa di iscrizione, una serie di chiarimenti sulle modalità di svolgimento degli esami e soprattutto sulla possibilità o meno di svolgerli.

Mentre l'Aipavv ha già depositato una proposta di riforma organica in Parlamento. "La nostra proposta è molto chiara – afferma il Segretario Nazionale dell'associazione, Aniello Mancuso - e contempla un esame strutturato con domande a risposte multiple e due sessioni l'anno". "Per quanto riguarda il 2020 abbiamo chiesto che considerata la pandemia in corso, in coerenza con tutte le altre categorie di liberi

professionisti, sia previsto l'orale abilitante". Tornando alla proposta, il Ddl prevede un tirocinio pratico della durata continuativa di diciotto mesi e una prova scritta articolata in un test da 90 quesiti (tratti da una banca dati da 5.000 quesiti giuridico-deontologici), da svolgersi in un'unica giornata con correzione rapida attraverso correttore ottico, e nessuna prova orale.

Anche l'Upa "a breve" renderà pubblica la sua proposta, "di cui il Ministero è già a conoscenza". "Abbiamo avuto segnali incoraggianti in tal senso – osserva Majolo -. Noi non siamo per le lauree abilitanti, a differenza di ciò che propongono altre associazioni ma, probabilmente p er quest'anno, un esame orale per tutti sarebbe la scelta migliore. Si potrebbe sostenere anche a distanza, evitando l'ulteriore propagarsi del contagio. La priorità delle nostre associazioni è salvaguardare la salute dei praticanti e di tutti gli addetti ai lavori".

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