Professione e Mercato

Covid, crescono i casi nei Tribunali - A Roma la Terza Commissione d'esame sospende gli orali

Per la senatrice Lonardo, presentatrice del Ddl di Riforma dell'esame di avvocato, per quest'anno "una soluzione può arrivare solo dal Presidente Conte o dal Ministro della Giustizia"

di Francesco Machina Grifeo

Cresce la paura dei contagi anche nel settore della Giustizia. I vertici degli uffici giudiziari milanesi hanno espresso oggi "seria preoccupazione" per l'aumento di casi di positività al Covid. Un altro Pm infatti è risultato positivo, il sesto nel giro di pochi giorni, un secondo corridoio è stato chiuso mentre diversi altri casi si segnalano nel Palagiustizia e anche negli uffici del giudice di pace. A Lamezia Terme hanno chiuso per un giorno l'intero Tribunale (oltre all'Inps ed alle Entrate) perché un avvocato è risultato positivo. Positivo anche un dipendente amministrativo a Cosenza. Rinviate questa mattina, su richiesta del procuratore, le udienze penali al Tribunale di Patti per un secondo caso di Covid. A Roma poi diversi dipendenti del Tribunale capitolino risultano contagiati.

Mentre ieri è arrivata la notizia che la Terza Commissione d'esame ha bloccato gli orali per l'accesso alla professione forense per tutto il mese di ottobre, per via di un commissario positivo. Per Claudia Majolo, presidente di Upa, "Era solo una questione di tempo, prima o poi il covid si sarebbe annidato anche in seno alle commissioni di esame". "Non sarebbe stato meglio – prosegue - prevedere gli esami orali a distanza? In questo modo, commissari e aspiranti avvocati sarebbero stati maggiormente tutelati". "Senza contare la bomba a orologeria pronta a esplodere a dicembre con gli scritti della sessione 2020. Chi si prenderà la responsabilità di almeno 4500 candidati previsti solo nella corte d'appello di Napoli?". Da qui l'appello "al Governo, ma soprattutto al Ministro Bonafede, per tutelare la salute di tutti i soggetti coinvolti".

Per la Senatrice Alessandrina Lonardo (Gruppo Misto) presentatrice di un Ddl di riforma dell'esame, approdato nei giorni scorsi in Commissione giustizia, per quest'anno "una soluzione può arrivare soltanto dal Presidente Conte o da una decisione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede". "Certo è - prosegue Lonardo - che si rischiano di perdere tre anni, ed un giovane professionista all'inizio della carriera non merita di essere trattato così". Per altre professioni, ricorda, come per esempio i commercialisti, si sono trovate della soluzioni con prove a distanza per l'abilitazione "ma per l'accesso alla professione forense non c'è stata alcuna attenzione".

Per quanto concerne invece l'iter della riforma si dice ottimista: "Proprio questa mattina ho incontrato il Presidente della Commissione Giustizia, il senatore Andrea Ostellari, che si è dichiarato disponibile a mandare la proposta all'ufficio legislativo per una prima valutazione". "Sono ovviamente disponibile ad un confronto nel merito - prosegue Lonardo - ma l'importante è che si inizi ad affrontare il tema della riforma che è molto sentito ma che trova uno zoccolo duro di resistenza, perché evidentemente si muovono interessi".

Il disegno di legge prevede un'unica prova d'esame da svolgersi quindi in una sola giornata, consistente nella soluzione di novanta quesiti a risposta multipla estratti da un archivio di cinquemila. I candidati avranno 180 minuti a disposizione e la prova si intende superata se il candidato consegue almeno 70 punti. I quesiti avranno ad oggetto le seguenti materie: ordinamento e deontologia forense, diritto civile, diritto penale, diritto processuale civile, diritto processuale penale, diritto costituzionale, diritto dell'Unione europea.

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