Professione e Mercato

Covid: legittimo impedimento per i legali, la mossa del Tribunale di Torino

Il Presidente Massimo Terzi invita a riconoscere con "ampia disponibilità" rinvii motivati dalla emergenza sanitaria

di Francesco Machina Grifeo

È una svolta "fai da te" ma segna comunque un importante cambio di passo. Il Tribunale di Torino, con una nota firmata dal Presidente Massimo Terzi - ed inviata al Coa, alla Camera penale ed a tutti i magistrati -, apre al "legittimo impedimento" per motivi sanitari legati alla pandemia.

Il documento - rubricato: "Deduzioni di legittimi impedimenti e richieste di rinvio in relazione alle problematiche epidemiologiche" – arriva all'esito di un confronto con le diverse Sezioni ed ha la finalità di garantire il diritto di difesa. Si invitano così i magistrati - tutte le volte in cui la richiesta non sia palesemente strumentale - a riconoscere "con ampia disponibilità" i rinvii richiesti per motivi legati all'emergenza sanitaria. E ciò anche in considerazione delle difficoltà di relazione con le strutture sanitarie e nei rapporti tra difensori e clienti qualora uno dei due sia sottoposto a restrizioni.

Scrive Terzi: "La peculiarità della situazione suggerisce - a mio avviso impone - impregiudicata la autonomia di ciascun Giudice - una interpretazione che fondandosi su un principio di realtà valuti le norme - sulla base del fatto notorio della crisi pandemica e delle difficoltà di rapporto con l'Autorità Sanitaria da parte dell'utente - sulla base del doveroso principio di garantire i diritti di difesa - ove non si ritenga (esplicitandone i motivi) che la deduzione sia una evidente strumentale violazione del principio di lealtà e collaborazione - con conseguente ampia disponibilità a riconoscere, ove non vi siano immediate e imprescindibili conseguenze processuali per il richiesto differimento, l'uso più ampio possibile della concessione dei rinvii richiesti".
"Anche, e soprattutto – conclude -, in considerazione della obiettiva difficoltà di rapporto tra cliente e difensore ove l'uno o entrambi si deduca siano soggetti e restrizioni per motivi sanitari".

Sul tema è ripetutamente intervenuta l'Aiga. "È un errore – afferma l'Associazione dei giovani legali - da parte del legislatore non intervenire proprio nella durissima fase che l'intero sistema giudiziario sta affrontando: arginare la diffusione del contagio deve essere un priorità che va coniugata con la effettiva tutela dei diritti dei cittadini, la cui forma più alta è certamente il diritto di difesa". Invece, denunciano i legali: "Sono quotidiani i provvedimenti di rigetto delle istanze di legittimo impedimento presentate dai difensori, motivate per l'isolamento fiduciario o addirittura per il periodo di quarantena obbligatoria".

L'Associazione ha redatto un disegno di decreto legge che "è già sul tavolo del Ministro della Giustizia" ma "non incluso nel pacchetto di norme del nuovo D.L. Ristori". L'invito dunque "è quello di introdurre in sede di conversione le modifiche all'istituto del legittimo impedimento da tempo sollecitate dall'AIGA".

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