Cybersicurezza, Nordio: presto nuovo Dl su criminalità informatica
Il Guardasigilli ha detto che il provvedimento aveva bisogno di aggiustamenti. Meloni: porre fine a questo schifo
Potrebbe arrivare nella seconda metà di novembre, il nuovo decreto sulla cybersicurezza uscito all’ultimo momento dal Consiglio dei ministri. “Il provvedimento non era completo meritava ancora qualche aggiustamento e questo sarà fatto prossimamente, il cronoprogramma del Cdm non lo decido io”. Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio intervistato questa mattina su Rai Radio 1. La disposizione sarebbe stata sospesa dopo una interlocuzione con il sottosegretario Alfredo Mantovano per un problema di tempistiche e la necessità di condividere la scelta con il Quirinale. La possibilità di una prossima stretta si rafforza dopo le dichiarazioni di iera sera della Premier. I dossieraggi sono “uno schifo che deve finire”, ha detto Meloni, aggiungendo che ancora peggio dell’intrusione nelle banche dati, sono i “funzionari infedeli” che le dovrebbero proteggere. Di fronte a quanto sta emergendo con le inchieste di Milano “e ora forse anche di Roma”, promette: il governo sarà implacabile non solo con chi si presta alla compravendita di dati che era iniziata “da tempo”, ma anche con chi ha la responsabilità del “controllo”. E, nelle intenzioni del Guardasigilli Carlo Nordio, il decreto affiderebbe la competenza investigativa sulla criminalità informatica alla Procura nazionale antimafia.
Nella giornata di ieri, rispondendo al question time della Camera sull’accesso illegale alle banche dati, il Guardasigilli ha espresso “profonda preoccupazione per ciò che è accaduto e sta accadendo, che ritengo inaccettabile e inquietante, che costituisce un serio e concreto pericolo per la nostra democrazia”. Aggiungendo però che “per il potenziamento dei servizi e dei sistemi cyber della pubblica amministrazione” sono stati disposti, dall’Agenzia per la cybersecurity nazionale, finanziamenti complessivi per oltre 715 milioni di euro. Risorse, ha spiegato Nordio, che hanno riguardato gli esercizi finanziari dal 2022 al 2024 e interesseranno anche i successivi esercizi 2025-2026, i fondi Pnrr per un totale di 376 milioni e i fondi della strategia nazionale cyber per 339 milioni. Si tratta ha proseguito di “cifre molto importanti” impiegate per “realizzare la sicurezza contro gli attacchi hacker, nella consapevolezza che tutto il mondo è stato trovato impreparato”.
Sempre nella giornata di ieri, una delegazione dell’Anm, guidata dal presidente Giuseppe Santalucia, ha incontrato il ministro esprimendo “preoccupazione per le problematiche relative al malfunzionamento degli applicativi” e rispetto ai problemi emersi dalle inchieste in merito alla “sicurezza della rete giustizia”. Il ministro Nordio ha espresso la volontà governativa di rafforzare la sicurezza dei sistemi informatici rassicurando sullo stanziamento di risorse adeguate. Sono stati concordati ulteriori incontri di aggiornamento nelle prossime settimane.
Intercettazioni: “riforme non riguardano criminalità organizzata” - Interrogato poi, sempre alla Camera, sulle riforme sul trojan e sulla invasività delle intercettazioni, Nordio ha spiegato che “sono volte a coniugare l’articolo 15 della Costituzione, che riguarda la riservatezza delle comunicazioni, con la necessità di combattere la delinquenza, mentre non riguardano il terrorismo, non riguardano la mafia, la ’ndrangheta e la camorra”. Nordio ha anzi aggiunto la consapevolezza che “queste criminalità organizzate oggi comunicano attraverso sistemi che noi non siamo in grado di intercettare, non sono quelli tradizionali”. “Quindi la proposta era di trasferire quelle risorse impiegate per intercettazioni magari lunghe e costose, per reati minori che spesso si rivelano inutili per indirizzarle al fine di intercettare questi sistemi che ha la criminalità organizzata oggi per parlare tra di loro”.
Su separazione delle carriere “vorrei il referendum” - Infine, rispondendo ai giornalisti, Nordio ha affermato che sulla riforma per la separazione delle carriere dei magistrati “l’obiettivo è completare la doppia lettura entro luglio 2025. A me interessa che ci sia al più presto la doppia lettura, poi se non c’è la maggioranza qualificata si andrà a referendum. Anzi, su una materia delicata e controversa come questa ritengo giusto personalmente, anzi preferirei, che si pronuncino gli elettori e che sia quindi sottoposta a referendum”.