Lavoro

Ddl equo compenso di nuovo in Commissione, ricalendarizzata l'Aula

Dopo i rilievi della Commissione bilancio passo indietro del Ddl

A seguito dei rilievi posti dalla commissione Bilancio, la proposta di legge sull'equo compenso delle prestazioni professionali torna all'esame della commissione Giustizia della Camera. Lo ha stabilito l'Assemblea di Montecitorio accogliendo, così, la richiesta avanzata dalla relatrice al provvedimento.

Appare "necessario", recita il parere della Commissione, "espungere l'estensione della disciplina sull'equo compenso, prevista per le convenzioni stipulate con imprese bancarie, assicurative e con imprese diverse da quelle piccole medie, anche alle convenzioni stipulate con società veicolo di cartolarizzazione, nonché con le loro società controllate e con le loro mandatarie", visto che "tale estensione implicherebbe un aumento dei costi dei servizi legali necessari al recupero del credito nell'ambito di operazioni di cartolarizzazione".

Inoltre, per la commissione Bilancio è "necessario escludere oltre alle società disciplinate dal testo unico in materia di società a partecipazione pubblica, con riferimento alle quali non è possibile escludere il verificarsi di effetti negativi per la finanza pubblica, gli agenti della riscossione", perché ciò "determinerebbe oneri estremamente gravosi per l'Agenzia delle Entrate-Riscossione, a causa di un maggiore esborso, a titolo di spese per la rappresentanza e la difesa in giudizio, quantificato in 150 milioni di euro annui con conseguenti riflessi negativi per la finanza pubblica".

Infine, viene evidenziata l'esigenza di "riformulare" l'articolo 11 del provvedimento (il testo base è della leader di FdI Giorgia Meloni, nel quale sono confluite le proposte di legge dei deputati della Lega e di Fi Jacopo Morrone ed Andrea Mandelli, ndr), stabilendo che l'equo compenso "non si applichi alle convenzioni in corso, sottoscritte prima della data di entrata in vigore" della norma, poiché "la revisione di compensi già pattuiti per prestazioni richieste da Amministrazioni pubbliche risulterebbe suscettibile di determinare maggiori oneri rispetto a quelli previsti a legislazione vigente", si legge, in conclusione.

L'AIGA, Associazione Italiana Giovani Avvocati, esprime "amarezza" per la notizia di rinviare il "DDL equo compenso" in Commissione Giustizia, ritardandone così l'iter della sua approvazione. E "invita tutte le forze politiche a fare il massimo sforzo affinché ciò non comporti, di fatto, il congelamento di detta proposta di legge tanto auspicata dall'avvocatura, rendendosi ormai non più procrastinabile l'introduzione anche nel nostro ordinamento di una norma che dia concreta attuazione all'articolo 36 della Costituzione, tutelando il diritto dei professionisti ad una retribuzione proporzionata alla quantità ed alla qualità del lavoro svolto nella piena consapevolezza che la dignità ed il decoro della professione passano inevitabilmente dal riconoscimento di un compenso equo".

Dopo la riforma della giustizia e il Dl Brunetta sulla Pa, il Ddl dovrebbe tuttavia tornare in aula. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La settimana prossima ci sarà un'altra riunione per stabilire il calendario di chiusura e riapertura dei lavori. Al momento il calendario dei lavori prevede: domenica 1° agosto, a partire dalle 14, riforma della giustizia. Mercoledì 4 arriva il decreto Brunetta, con discussione generale la mattina e voti non prima delle 12. Il terzo provvedimento, esaminato a seguire, sarà la Proposta di legge sull'Equo compenso.

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