Professione e Mercato

Ddl "malattia professionisti", per i legali legittimo impedimento da estendere

Commissione giustizia, Aiga: oltre al processo penale da ricomprendere anche quello civile, amministrativo e tributario

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di Francesco Machina Grifeo

Si chiude con un consenso praticamente unanime il primo round di audizioni, in Commissione giustizia al Senato, sul Ddl che riconosce la malattia come ragione di legittimo impedimento per i liberi professionisti. Il Disegno di legge - Disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio (n. 1474-) -, primo firmatario il senatore di FdI Andrea de Bertoldi, è stato peraltro sottoscritto da esponenti di tutti i partiti. Per i legali il 'legittimo impedimento' va regolamentato non solo in ambito penale.

La finalità del testo, già proposto nelle medesima forma durante la passata Legislatura, si legge nella presentazione, è quello di «evitare che un grave incidente o una grave e improvvisa malattia oppure la morte del libero professionista, in grado di impedire il rispetto di adempimenti aventi scadenze con termini perentori a carico di propri clienti, possano produrre sanzioni o danni per i clienti stessi». È infatti evidente, prosegue, che il libero professionista «non possa essere ritenuto colpevole del mancato adempimento, così come risulta altresì palese che i suoi clienti non devono subirne le conseguenze». Attualmente, invece, «è prevista una disciplina sanzionatoria, per esempio, a carico dei clienti-contribuenti, i quali rispondono degli obblighi verso l'amministrazione finanziaria» anche in caso di mancato adempimento di atti a carico del libero professionista.

Giovani legali, sì norme legittimo impedimento - «Per la professione forense – ha affermato il presidente dell'Aiga, l'Associazione nazionale dei giovani avvocati, Antonio De Angelis, ascoltato in Commissione – è auspicabile l'individuazione di norme che vadano a regolamentare il cosiddetto 'legittimo impedimento', con riferimento a tutti i procedimenti non solo, quindi, al processo penale, ma anche a quello civile, amministrativo e tributario», perché «è evidente che tale 'vulnus' normativo comporta una violazione del diritto di difesa di cui all'art. 24 della Costituzione, nel caso in cui un difensore non possa farsi sostituire in udienza, o sia impossibilitato a delegarne la funzione per doveri di ufficio, o di mandato per cause derivanti da malattia, infortunio, o gravidanza». L'Associazione ha poi evidenziato "la bontà del disegno di legge", in quanto «è volto a ridurre la grande disparità di trattamento esistente nel nostro ordinamento nella tutela del diritto alla salute e al lavoro tra lavoratori autonomi e lavoratori dipendenti».

Cup, il Ddl, dà agli autonomi il diritto a salute
Ma il via libera arriva da tutti gli Ordini professionali aderenti al Comitato unitario delle professioni (Cup) che hanno espresso "apprezzamento" per una iniziativa legislativa che «persegue la valorizzazione del lavoro autonomo professionale, garantendo maggiore tutela ad esso e alla salute dei liberi professionisti, evitando che un grave incidente, o malattia del professionista impedisca il rispetto di adempimenti aventi scadenze che possono produrre sanzioni, o danni ai clienti stessi». Si colma così "un vuoto normativo che interessa una platea potenziale di 1 milione 563.000 iscritti agli Ordini professionali, rispetto ai quali non esiste attualmente una tutela per i rischi professionali in cui possono incorrere a seguito di infortuni o malattie gravi.

Secondo un'indagine realizzata dal Censis per l'Adepp (l'Associazione degli Enti previdenziali privati) nel 2015, hanno ricordato i tecnici del Cup, ogni anno il 2,1% dei professionisti si trova a dover affrontare dei problemi di salute che, nell'81,6% dei casi, si ripercuotono direttamente sull'attività professionale, costringendo ad una sua riduzione, o interruzione (60,7%), o generando problemi con clienti (20,9%)".

Favorevole anche la Rete delle professioni tecniche secondo cui "si colma una lacuna dell'ordinamento".

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