Professione e Mercato

Doppia parcella per l'incarico conferito a due avvocati

Ad affermarlo è la Corte d'appello di L'Aquila con la sentenza n. 371/2021

di Andrea Alberto Moramarco

La procura rilasciata a due avvocati, i quali sottoscrivono congiuntamente gli atti e partecipano insieme alle udienze, fa sorgere il diritto per entrambi ad ottenere il pagamento di tutte le prestazioni professionali da ciascuno indicate in parcella. Ad affermarlo è la Corte d'appello di L'Aquila con la sentenza n. 371/2021 accogliendo il ricorso presentato dai due legali contro la decisione di primo grado che riconosceva a ciascuno di loro soltanto la metà del compenso maturato.

La vicenda
La controversia ha ad oggetto il pagamento delle prestazioni professionali svolte da due avvocati in favore di un notaio in una precedente causa civile promossa da terzi contro quest'ultimo. Il Tribunale aveva riconosciuto a ciascuno dei due avvocati il diritto a percepire la metà della somma liquidata, in applicazione dell'articolo 8 della tariffe professionali forensi. I due legali ritenevano però cha ad ognuno di loro spettasse l'intero compenso, dato che entrambi avevano svolto le attività descritte nelle parcelle, ivi comprese la partecipazione di tutte e due gli avvocati alle udienze e della sottoscrizione di tutti gli atti di causa da parte di entrambi.

La decisione
La tesi dei due legali viene condivisa dalla Corte d'appello che, sul punto, ribalta il verdetto di primo grado. Il Collegio evidenzia un punto pacifico della controversia, ovvero che il notaio ha rilasciato mandato per la propria difesa ad entrambi gli avvocati. Ebbene, notano i giudici, essendo costui «persona particolarmente qualificata, la stessa non poteva non rendersi conto delle implicazioni derivanti dalla designazione di due difensori, che se da un lato le garantiva una migliore difesa sia per l'autonomo apporto professionale che per la combinata sintesi di uno studio congiunto, dall'altro imponeva la retribuzione di tutte le prestazioni svolte».
Nella fattispecie, infatti, non si è in presenza di un avvocato domiciliatario, né tantomeno risulta che uno dei due legati incaricati abbia agito "in qualità di dominus" rispetto all'altro. Entrambi i professionisti hanno sottoscritto tutti gli atti depositati in giudizio ed hanno partecipato alle udienze svolte: «tali circostanze consentono di ascrivere ad entrambi lo svolgimento delle attività di cui è stato chiesto il pagamento». Pertanto, conclude la Corte, sussiste «il diritto di entrambi gli appellanti ad ottenere il pagamento di tutte le prestazioni professionali da ciascuno indicate in parcella».

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