Amministrativo

E' approvato il disegno di legge delega "appalti", rassegna delle principali direttive

Semplificazione delle proceure, investimenti "verdi"e certezza dei tempi con la piena digitalizzazione e informatizzazione delle procedure - Rafforzamento dell'ADR anche in materia di esecuzione del contratto

di Fabrizio Magrì*

Lo scorso 30 giugno è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo schema di disegno di Legge Delega per l'adozione di un decreto legislativo che abbia lo scopo di modificare il vigente codice dei contratti pubblici di cui al D.lgs. 50/2016 (c.d. D.D.L. Delega Appalti).

Tali modifiche si innestano nel solco tracciato dal programma di attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvato con i recenti decreti semplificazione.

Nei successivi sei mesi dall'adozione della Legge Delega – non ancora pubblicata – l'Esecutivo avrà il compito di "riorganizzare" la disciplina degli appalti (e concessioni) di lavori, servizi e forniture armonizzandola sia con gli strumenti introdotti dai recenti decreti semplificazione sia con i principi del diritto eurocomunitario.

In attesa quindi della pubblicazione della Legge Delega, di seguito una breve rassegna delle principali direttive contenute del disegno di legge delega:

• perseguimento di obiettivi di stretta aderenza alle direttive europee, mediante l'introduzione o il mantenimento di livelli di regolazione corrispondenti a quelli minimi richiesti dalle direttive stesse necessari a garantire la concorrenza ed il confronto competitivo fra gli operatori economici;

• ridefinizione della disciplina sulla qualificazione delle stazioni appaltanti con lo scopo di conseguirne una rilevante riduzione numerica, anche tramite l'accorpamento e la riorganizzazione delle stesse (incentivi alla costituzione di centrali uniche di committenza);

• massima semplificazione della disciplina applicabile ai contratti pubblici c.d. sotto soglia ;

• massima semplificazione delle procedure finalizzate alla realizzazione di investimenti tecnologi, "verdi", digitali ovvero su innovazione e ricerca;

• previsione di inserimento nella lex specialis di gara di specifiche clausole sociali e ambientali che prevedano requisiti necessari o premiali dell'offerta (con lo scopo di promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato, l'applicazione dei CNN, le pari opportunità generazionali e di genere, etc. etc.);

• riduzione e certezza dei tempi di conclusione dell'iter delle procedure di gara attraverso la piena digitalizzazione e informatizzazione delle stesse;

• semplificazione delle procedure per l'approvazione dei progetti di opere pubbliche, prevedendo anche la ridefinizione - e l'eventuale riduzione - dei livelli di progettazione;

• semplificazione dei sistemi di qualificazione degli operatori economici tramite la valorizzazione di criteri di verifica formale e sostanziale delle capacità realizzative, delle competenze tecniche e professionali;

• riduzione degli automatismi dell'offerta anomala e tipizzazione delle ipotesi di utilizzo del criterio del massimo ribasso;

• implementazione e semplificazione di procedure più flessibili quali il dialogo competitivo, il partenariato per l'innovazione, procedure negoziate con bando e finanza di progetto, anche al fine di rendere tali procedure maggiormente "appetibili" per gli investitori privati;

• tipizzazione delle ipotesi in cui le stazioni appaltanti possono ricorrere all'affidamento congiunto della progettazione e dell'esecuzione dei lavori – c.d. appalto integrato;

divieto di proroga dei contratti di concessione, fatta salva l'ipotesi dell'affidamento in house, e razionalizzazione del controllo degli investimenti dei concessionari e sullo stato delle opere realizzate;

• implementazione dei meccanismi sanzionatori e premiali finalizzati a incentivare la tempestiva esecuzione dei contratti pubblici da parte dell'appaltatore;

• rafforzamento dei metodi di risoluzione delle controversie alternativi al rimedio giurisdizionale, anche in materia di esecuzione del contratto (c.d. ADR).

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*A cura dell' Avv. Fabrizio Magrì, partner Studio CBA

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