Professione e Mercato

Equo compenso, in Commissione Giustizia parte l'iter di riforma

Nella Pdl Morrone previsto un "Osservatorio nazionale" sull'applicazione e nuove tutele per le spese di lite <br/>

di Francesco Machina Grifeo

Sarà calendarizzata la prossima settimana dalla Commissione Giustizia della Camera la proposta di legge sull'"Equo compenso" per i professionisti ordinisti (esclusi i medici) a firma Morrone-Molinari, fortemente voluto anche da Salvini e Bagnai.

"Probabilmente - afferma Morrone (Lega) - verranno depositate altre proposte che saranno abbinate a questa che però in quanto redatta dopo aver sentito i Presidenti dei Consigli nazionali di avvocati, notai e commercialisti, farà da guida".

"È un provvedimento a cui tengo molto - commenta il Presidente della Commissione Mario Perantoni (M5S) - e per il quale c'è una sensibilità diffusa tra le forze politiche in quanto mira a garantire principi di equità e tutela anche per professionisti".

La calendarizzazione dunque è un segnale di attenzione al tema da parte della politica anche se l'iter dovrà tener conto di un certo affollamento in Commissione. Si sono chiuse infatti le audizioni sul processo penale (ci sarà tempo fino al 12 gennaio per presentare emendamenti ) e si inizia ora con le audizioni per la riforma dell'Ordinamenro giudiziario e dell'accesso alla professione forense, con l'esame congiunto delle proposte di riforma della legge 247/2012 Miceli (Pd) e Di Sarno (M5S).


L'istituto dell'equo compenso per gli avvocati è attualmente disciplinato dall'art. 13-bis della legge professionale forense (inserito dall'art. 19-quaterdecies, del Dl 148/2017 e modificato dalla legge di Bilancio 2018). Le previsioni dettate per gli avvocati sono state poi estese dalla legge di conversione (n. 172/2017) anche alle prestazioni degli altri professionisti iscritti agli ordini e collegi. Un testo accolto con favore dal ceto forense che però ha avuto problemi nell'applicazione.

Il testo della Pdl (A.C. 2192) prevede l'estensione della disciplina sull'equo compenso già prevista per banche e assicurazioni anche all'Agenzia delle Entrate, che prima ne era esclusa, ed a tutte le imprese che nel triennio precedente hanno occupato più di sessanta lavoratori o hanno presentato ricavi annui superiori a 10 milioni di euro. Una definizione più stringente rispetto a quella precedente che lasciava fuori le imprese con meno di 250 occupati, e un fatturato annuo che non supera i 50 milioni di euro.

"La ratio della soglia – spiega Morrone - rimane quella di non danneggiare i piccoli imprenditori, esercenti, commercianti e soprattutto i consumatori correndo il rischio che una prestazione di un professionista abbia un costo minimo troppo elevato". "Previsto poi – prosegue - l'aggiornamento dei parametri ministeriali di cui al Dm 140/2012 per tutte le professioni diverse da quella forense, già aggiornati all'8 marzo 2018".

Venendo incontro ad una sollecitazione del Cnf, la Pdl prevede l'istituzione di un "Osservatorio nazionale sull'equo compenso" con il compito di vigilare sull'osservanza delle disposizione e segnalare eventuali condotte o prassi applicative o interpretative in contrasto con la normativa. L'Osservatorio resterà in carica tre anni senza emolumenti e sarà composto da un rappresentante per ciascuno dei Consigli degli ordini professionali, e sarà presieduto dal Ministro.

Vi è poi anche un esplicito divieto per P.A. e l'Ag. Entrate di fare contratti con liberi professionisti a compenso "zero" o compensi irrisori (Art. 2, n. 4, lett. E).

La disciplina sulle "Clausole Vessatorie", già prevista dalla normativa attuale, si arricchisce di una nuova tutela per i legali. Si considera infatti vessatoria anche la clausola che prevede, in ipotesi di liquidazione delle spese di lite in favore del cliente, che all'avvocato sia riconosciuto solo il minore importo previsto nella convenzione, anche nel caso in cui le spese liquidate siano state interamente o parzialmente corrisposte o recuperate dalla parte.

Si dispone poi che la PA e gli agenti della riscossione, in relazione alle prestazioni rese dai professionisti, applichino le disposizioni in materia di equo compenso, prevedendo che i compensi siano ridotti della metà.

Prevista infine la possibilità di promozione di "Class Action" per la difesa dei diritti individuali omogenei dei professionisti che però potrà essere proposta esclusivamente dal Consiglio nazionale dell'ordine al quale sono iscritti i professionisti interessati.

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