Lavoro

Equo compenso, Masi (Cnf): «Professionisti mortificati» - Oliveti (Adepp): «Persa una occasione, ora ripartire»

Per la presidente del Consiglio nazionale forense «L'altissimo rischio di archiviazione della discussione sul disegno di legge avvilisce e mortifica»

«L'altissimo rischio di archiviazione della discussione sul disegno di legge dell'equo compenso per i professionisti avvilisce e mortifica». Lo dichiara la presidente del Consiglio nazionale forense Maria Masi che prosegue: «sebbene non ci sia ancora formalmente un insabbiamento del testo, è evidente che i tempi siano quasi definitivamente spirati: martedì prossimo, termine ultimo per il Senato di esprimersi sul dl Aiuti bis, solo con un grande sforzo e ancora con un più grande impegno di tutte le forze politiche, potrebbe esserci una pronuncia anche sull'equo compenso».

Scende in campo anche l'Adepp. «È un peccato – afferma Alberto Oliveti, presidente dell'Associazione delle casse di previdenza dei professionisti - che il Parlamento abbia perso l'occasione per approvare una legge sull'equo compenso, un provvedimento necessario per dare dignità al lavoro professionale e autonomo».

«Speriamo che la legge venga ripresa in mano già dal 26 settembre, partendo dal consenso trasversale che aveva raccolto e cogliendo l'occasione per due modifiche importanti – aggiunge il presidente dell'Adepp –. Da un lato è necessario che i professionisti iscritti agli Ordini non siano discriminati da possibili sanzioni che riguarderebbero solo loro e non i concorrenti. D'altro canto è importante che l'equo compenso venga affermato non solo per le prestazioni nei confronti della pubblica amministrazione, ma anche nel settore privato».

«L'attuale situazione – evidenzia ancora Masi - infastidisce non poco sotto un duplice profilo: sia per la sensazione che i professionisti, non adeguatamente considerati in questi anni particolarmente difficili, per usare un eufemismo, possano essere strumentalizzati in campagna elettorale e sia perché è stato trascurato dalla classe politica il loro diritto a un compenso giusto, a fronte della qualità e quantità delle prestazioni richieste e svolte. Il testo approvato dalla Camera è, come detto in numerose occasioni, certamente perfettibile, ma ha senza dubbio il vantaggio di correggere le criticità, presenti nell'attuale disciplina, date dai comportamenti elusivi di clienti forti e Pubblica amministrazione».

«In questa débâcle delle necessarie e invocate garanzie a favore dei professionisti italiani – prosegue la presidente Cnf - si aggiunge anche una nota tecnica che riguarda l'aggiornamento del decreto ministeriale sui parametri forensi, sul quale il Cnf si è speso lungamente e sul cui testo finale, di cui attendiamo la pubblicazione, esprime piena soddisfazione. Principalmente perché per la prima volta su nostra indicazione è stata recepita un'indicizzazione (quantificata nell'indice medio del 5%) riferita al costo della vita e anche alle peculiari esigenze degli avvocati e, per la prima volta, la tariffa oraria. Quando saranno in vigore i nuovi parametri, e ci auguriamo accada prestissimo, l'avvocatura potrà godere di maggiori garanzie sia in sede giudiziale che stragiudiziale, ma paradossalmente analoghe garanzie non potremmo averle nelle relazioni e nell'attività professionale per e con Pubblica amministrazione, banche e altri soggetti cosiddetti forti».

«In questo momento chiediamo alla politica di abbandonare l'esercizio inutile di scaricare "colpe" e di impegnarsi a dare un serio ed efficace segnale di attenzione e cura per la giustizia, per gli avvocati e per le professioni», conclude la presidente Cnf Masi.

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