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Esame d'Avvocato: il caso di penale, sulle problematiche giuridiche del furto in supermercato

Una sentenza della Cassazione è l'occasione per riscoprire una fattispecie molto frequente

di Nicola Graziano

IL QUESITO

Tizia, a seguito di giudizio abbreviato, viene condannata per furto aggravato di cui agli artt. 624 e 625, comma I, n. 2., c.p. per aver occultato, all’interno di una borsa, della refurtiva prelevata dallo scaffale di un supermercato (capi di abbigliamento privi di placche antitaccheggio). La stessa, infatti, dopo aver occultato tali capi di abbigliamento nella sua borsa, passava le casse senza pagare ed usciva dall’esercizio dove veniva fermata dai Carabinieri cui era nota anche per precedenti analoghi.

Il candidato, assunte le vesti del legale di Tizia, considerato che il titolare del supermercato, viste le condizioni economiche di Tizia, non aveva sporto querela, illustri motivato parere in vista dell’atto di appello avverso la sopra detta sentenza di condanna.

 

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Gli strumenti per lo svolgimento

 

LO SCHEMA PER LA DISCUSSIONE DEL QUESITO

 

A – LE NOZIONI TEORICHE

1) Inquadramento generale

Il tema del furto in supermercato ha da sempre occupato la Giurisprudenza della Cassazione che, sotto diversi punti di vista, è stata chiamata a pronunciarsi.

2) Le questioni di diritto sostanziale

A) La fattispecie del furto: inquadramento generale

Il delitto di furto apre il Titolo XIII del Libro II, Capo I del codice penale rubricato “delitti contro il patrimonio commessi mediante violenza alle cose o alle persone”.

B) Le caratteristiche del furto in supermercato

Si tratta di una particolare e frequente ipotesi di furto che si verifica nel caso in cui un soggetto sottragga della merce dagli scaffali di un supermercato, occultandola su di sé o in una borsa o altro, superi la barriera delle casse, senza pagarne il prezzo, per poi essere fermato dagli addetti alla sorveglianza ovvero dalle forze dell’ordine all’uopo avvisate dal titolare del supermercato.

3) Le questioni di diritto processuale

Si tratta di redigere un atto di appello ponendo in evidenza a difesa di Tizia che, come chiarito dalla giurisprudenza della Suprema Corte di Cassazione, non ricorreva nel caso in esame una ipotesi di furto aggravato, valorizzando tra i motivi di appello le circostanze di luogo presenti al momento della commissione del furto e ciò al fine di esaltare la mancanza della querela della parte offesa ai fini della procedibilità per il furto semplice commesso. Inoltre si tenterà di dimostrare che la fattispecie di furto non si era consumata ma era da ritenersi solo tentata visto che Tizia non aveva conseguito la piena signoria sulla cosa sottratta.

B – LA SOLUZIONE DEL CASO

1) La sentenza in esame: Corte Suprema di Cassazione, Sezioni Unite Penali, sentenza del 30 settembre 2013, n. 40354

  2) Riferimenti normativi: art. 624 c.p.; 625 c.p.

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