Facebook, post e commenti di “cattivo gusto” non costituiscono reato se pertinenti al contesto
A giudizio della Corte di cassazione, la frase offensiva, per quanto in tutta evidenza di “cattivo gusto”, non può propriamente dirsi diretta ad aggredire gratuitamente la sfera morale altrui ovvero a esprimere un disprezzo personale
La Corte di cassazione (sent.22341/2025) ha fornito un importante insegnamento sul valore penalmente rilevante, e in particolare potenzialmente diffamatorio, delle sempre più dilaganti frasi di “cattivo gusto” rinvenibili sui social network. Per la Suprema corte se è vero che la continenza postula una forma espositiva corretta della critica rivolta e cioè strettamente funzionale alla finalità di disapprovazione, che non trasmodi nella gratuita ed immotivata aggressione della reputazione altrui, è...