Giustizia

Figliuolo, riprendono le vaccinazioni nelle carceri in parallelo con le categorie prioritarie

Le somministrazioni riguarderanno il personale di polizia penitenziaria, i detenuti e il personale amministrativo che lavora in presenza

Riprendono le vaccinazioni nelle carceri "per mettere in sicurezza il comparto". Lo ha deciso, d'intesa con il ministero della Salute, la struttura del Commissario per l'emergenza Francesco Figliuolo sottolineando che le somministrazioni procederanno "parallelamente" a quelle delle categorie prioritarie, vale a dire over 80, fragili, fasce d'età 70-79 e 60-69 Le vaccinazioni interesseranno "il personale della Polizia Penitenziaria e i detenuti negli istituti penitenziari non ancora sottoposti alla prima somministrazione tenendo in considerazione anche il personale amministrativo che opera in presenza".
Una scelta condivisa dal ministro della Giustizia Marta Cartabia che ha sottolineato come "per proteggere i detenuti, gli agenti di polizia penitenziaria e tutto il personale che lavora nelle carceri occorre procedere con le vaccinazioni e a questo scopo il Capo del dipartimento penitenziario, Bernardo Petralia e io stessa siamo in continuo contatto con le autorità competenti perché il piano vaccinale non subisca interruzioni fino al suo completamento". Ad oggi, a livello nazionale sono risultati positivi al Covid 737 detenuti, 478 agenti di polizia penitenziaria e 41 addetti alle funzioni centrali mentre sono stati coinvolti nel piano vaccinale 9.624 detenuti, 16.819 agenti di Polizia penitenziaria e 1.780 addetti alle funzioni centrali.

Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria,plaude alla notizia della ripresa delle vaccinazioni anti-Covid nelle carceri, dopo lo stop inferto con l'ordinanza dello scorso 9 aprile del Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19. "Tutto è bene ciò che finisce bene, potrebbe dirsi, – commenta ancora il leader della UILPA Polizia Penitenziaria – se non fosse che ogni ritardo, che inevitabilmente questi ripetuti stop & go ingenera, può avere anche pesanti ripercussioni sulla diffusione del contagio e rivelarsi in qualche caso fatale. Del resto, se negli ultimissimi giorni sembra registrarsi un leggero decremento del numero dei contagiati nelle carceri, sia fra i detenuti sia fra gli operatori, preoccupano ancora alcuni focolai locali, specie in istituti penitenziari dove già si erano manifestati molti casi durante la prima ondata, quali, solo per citarne alcuni, la Casa di Reclusione di Padova e la Casa Circondariale di Verona, e la ripresa dei colloqui in presenza che si avrà con la riapertura della mobilità fra comuni e regioni, nonché per probabili previsioni normative specifiche, potrebbe costituire ulteriore elemento di diffusione del virus. In tale contesto – conclude De Fazio –, è assolutamente necessario e, letteralmente, di vitale importanza accelerare con le vaccinazioni senza ulteriori incertezze che risulterebbero incomprensibili e sconsiderate".

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