Furto con destrezza rubare un portafogli dentro una stanza di ospedale
Se l'azione avviene nei confronti di una visitatrice di una paziente in quel momento assente dalla stanza, per la Suprema corte il delitto ha una sanzione più pesante e commesso su cose esistenti in edifici pubblici
Rubare un portafogli all'interno di un ospedale può far scattare l'aggravante del furto con destrezza. Lo ha stabilito la Cassazione con la sentenza n. 25485 depositata dalla quinta sezione penale il 5 luglio. Se l'azione avviene nei confronti di una visitatrice di una paziente in quel momento assente dalla stanza, per la Suprema corte il delitto è più grave e commesso su cose esistenti in edifici pubblici.
I giudici di piazza Cavour confermano dunque la condanna stabilita in primo grado ribadendo l'orientamento giurisprudenziale delle sezioni unite, secondo cui "La circostanza aggravante della destrezza di cui all'art. 625, primo comma, n. 4, cod. pen., richiede un comportamento dell'agente, posto in essere prima o durante l'impossessamento del bene mobile altrui, caratterizzato da particolare abilità, astuzia o avvedutezza, idoneo a
sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza sul bene stesso; sicché non sussiste detta aggravante nell'ipotesi di furto commesso da chi si limiti ad approfittare di situazioni, dallo stesso non provocate, di disattenzione o di momentaneo allontanamento del detentore dalla cosa" (Sez. U, n. 34090 del 27/04/2017, Quarticelli, Rv. 270088).
In questo caso il ricorrente ha tenuto una condotta particolarmente abile, che merita appunto l'aggravamento sanzionatorio: non si è limitato ad approfittare del momentaneo allontanamento della persona che era uscita dalla stanza per parlare al telefono, ma attraverso una particolare abilità esecutiva ha bypassato ogni forma di vigilanza. Ha eluso la sorveglianza sul bene, che non era stato lasciato alla mercè di chiunque, ma che era riposto all'interno della borsa collocata vicino alla suocera malata, muovendosi con grande velocità, e approfittando del fatto che l'anziana fosse immobilizzata a letto e che pur accorgendosi del fatto non è riuscita a impedire il furto.
In pratica il ladro ha evitato con grande furbizia il controllo che la vittima comunque esercitava sui suoi beni, anche se in quel momento era fuori stanza. Una situazione che rende dunque ininfluente – prosegue la sentenza - il motivo sollevato durante l'impugnazione e cioè che sarebbe frutto di un travisamento l'avere ritenuto che l'imputato avesse eluso la sorveglianza della persona offesa: la vittima in fatti non ha mai riferito di avere pensato che il soggetto visto entrare nella stanza fosse il visitatore dell'altra degente o che appartenesse al personale di servizio dell'ospedale.