Penale

Furto: l'ipotesi della desistenza non è configurabile nel caso di tentativo compiuto

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a cura della Redazione PlusPlus24 Diritto

Furto – Ipotesi di tentativo compiuto - Desistenza volontaria - Esclusione
Nel reato di furto è esclusa l'applicabilità della desistenza di cui all'articolo 56 c.p. comma 3 nell'ipotesi di tentativo compiuto: una volta posti in essere gli atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere un delitto, il colpevole soggiace alla pena stabilita per il delitto tentato, eventualmente diminuita da un terzo alla metà ove si sia adoperato per impedire l'evento di reato, ai sensi dell'articolo 56, comma 4, c.p.
• Corte di Cassazione, sezione V, sentenza 2 novembre 2017 n. 50079

Furto – Desistenza volontaria – Tentativo compiuto – Esclusione – Recesso attivo
Nei reati di danno a forma libera la desistenza può aver luogo solo nella fase del tentativo incompiuto e non è configurabile una volta che siano posti in essere gli atti da cui origina il meccanismo causale capace di produrre l'evento, rispetto ai quali può, al più, operare la diminuente per il cd. recesso attivo, qualora il soggetto tenga una condotta attiva che valga a scongiurare l'evento.
• Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 10 giugno 2015 n. 24551

Furto – Desistenza volontaria – Esimente che esclude l'antigiuridicità del fatto
La desistenza è un'esimente che esclude “ab extrinseco” ed “ex post” l'antigiuridicità del fatto, sicché la sua applicabilità presuppone che l'azione sia penalmente rilevante in quanto pervenuta alla fase del tentativo. Ne consegue che quale che sia la qualificazione dogmatica dell' istituto, se causa estintiva del reato e/o di risoluzione del reato ovvero ancora della causa personale sopravvenuta di non punibilità, la desistenza presuppone l'assenza della consumazione, e la possibilità della consumazione stessa. Solo allorché, consumatosi la possibilità della condotta incriminatrice, l'evento possa essere impedito da una contro-azione che annulli e depotenzi l'azione compiuta è possibile individuare il punto di non ritorno e la possibilità solo di un recesso attivo.
• Corte di Cassazione, sezione II, sentenza 20 dicembre 2013 n. 51514

Furto – Desistenza volontaria – Applicazione – Azione arrivata alla fase del tentativo punibile - Presupposto
La desistenza volontaria, prevista dall'articolo 56 c.p., comma 3, è configurata dal legislatore proprio come un'esimente che esclude ab extrinseco ed “ex post” l'antigiuridicità del fatto, sicché la sua applicazione presuppone che l'azione sia penalmente rilevante perché pervenuta nella fase del tentativo punibile.
• Corte di Cassazione, sezione VI, sentenza 14 novembre 2008 n. 42688

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