Giudici onorari, allarme dei civilisti per l’aumento delle competenze
L’Unione Nazionale delle Camere Civili boccia il Ddl sulla riforma della magistratura onoraria. Il presidente Del Noce: “Si crea una giustizia di serie A e una di serie B”
L’Unione Nazionale delle Camere Civili (UNCC) esprime “forte preoccupazione” per il contenuto del Ddl n. 1322, attualmente all’esame del Senato, che prevede una “significativa estensione delle competenze dei Giudici Onorari di Tribunale (Got) e dei Viceprocuratori Onorari (Vpo)”. La riforma, già approvata dalla Camera lo scorso 5 dicembre, prosegue la nota dei giudici onorari, “rischia di compromettere la qualità della giurisdizione e il diritto dei cittadini a un equo processo”.
Il provvedimento attribuisce ai giudici onorari la possibilità di trattare e definire cause di rilevante valore economico e giuridico, come i procedimenti relativi a beni mobili di valore inferiore a 50.000 euro e quelli sui risarcimenti per danni stradali fino a 100.000 euro. Per l’UNCC, questo ampliamento rischia di introdurre un “doppio binario” nella giustizia civile, con i cittadini che vedrebbero le proprie controversie affidate a magistrati privi di un percorso formativo e selettivo paragonabile a quello dei magistrati togati.
L’Unione rileva come i giudici onorari, a differenza dei togati, non abbiano le stesse garanzie di indipendenza e inamovibilità, né siano esentati dall’esercizio di altre attività professionali, fattori che potrebbero minare l’imparzialità della giurisdizione. Inoltre, l’attribuzione di un carico giudiziario così significativo a magistrati onorari - figure spesso reclutate con criteri meno rigorosi e prive di un adeguato percorso formativo - rischia di generare decisioni non uniformi e di compromettere la certezza del diritto.
L’Uncc evidenzia, inoltre, il rischio di una giustizia “a due velocità”, con un sistema che affida le controversie più delicate a magistrati togati, mentre le cause di valore economico anche rilevante verrebbero assegnate a giudici onorari. Una disparità che potrebbe portare a pronunce di qualità disomogenea e a un aumento dei ricorsi, allungando i tempi di definizione delle controversie e aggravando il già pesante arretrato giudiziario.
L’Unione sottolinea come il Ddl n. 1322 rappresenti solo un palliativo per far fronte al sovraccarico del sistema giudiziario, senza affrontare le cause reali dell’inefficienza, quali la carenza di magistrati togati e le difficoltà organizzative. Al contrario, il potenziamento dell’Ufficio per il Processo e l’incremento del numero di magistrati togati rappresenterebbero soluzioni più efficaci per garantire un sistema giustizia equo e stabile.
“L’idea di affidare controversie complesse e rilevanti ai giudici onorari non solo è in contrasto con il principio costituzionale di indipendenza della magistratura, ma rischia di creare un sistema giustizia disomogeneo e diseguale, con i cittadini privati del diritto a una giustizia qualificata e competente”, dichiara Alberto Del Noce, presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili.
L’Unione chiede con forza il ritiro delle disposizioni contenute nel Disegno di Legge e si rende disponibile a un confronto con il Governo e con le Commissioni Giustizia di Camera e Senato. “Non servono soluzioni di facciata – conclude Del Noce – ma interventi strutturali che garantiscano il rafforzamento della magistratura togata, la digitalizzazione del processo civile e la promozione di strumenti di risoluzione alternativa delle controversie”.