Giustizia

Gratuito patrocinio, l'Ocf bacchetta il Ministero: aggiorni il tetto all'ultimo biennio

L'Avvocatura con due delibere chiede a Via Arenula di adeguare gli importi all'inflazione dell'ultimo biennio e di emanare i decreti per la copertura dei procedimenti obbligatori di mediazione e negoziazione assistita

di Francesco Machina Grifeo

Avvocatura in pressing per l'adeguamento al costo della vita delle soglie di reddito per accedere al gratuito patrocinio e per l'emanazione tempestiva dei decreti, previsti dalla riforma Cartabia, relativi sempre al patrocinio a spese dello stato per i procedimenti obbligatori di mediazione e negoziazione assistita. Con due delibere ( tetto redditi ; mediazione ) approvate nel fine settimana l'Organismo congressuale forense chiama in causa direttamente il ministro della Giustizia Carlo Nordio per fronteggiare l'emergenza caro vita.

A destare allarme è stata la risposta, la scorsa settimana (il 22 marzo), al question time (in Commissione giustizia della Camera) del Viceministro. Sisto, infatti, annunciando che è in corso di ultimazione l'iter burocratico di approvazione del Dm di adeguamento del tetto reddituale per (articolo 77 T.U.S.G.) per i soggetti beneficiari del patrocinio a spese dello Stato, ha reso noto però che il biennio di riferimento non è l'ultimo ma quello che va da luglio 2018 al giugno 2020, nel quale addirittura vi è stato un ribasso dell'indice dei prezzi al consumo (in ragione dello 0,1%), in conseguenza del quale il tetto scenderebbe dagli attuali 11.746,68 a 11.734,93 euro, con un limitazione della platea dei beneficiari.

Per l'Ocf invece si deve prendere a riferimento l'ultimo biennio che ha registrato "una variazione in aumento dell'indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai ed impiegati pari ad oltre il 9,2%". Ragion per cui, prosegue la nota, "l'aumento è necessario anche per permettere l'accesso alla platea degli esclusi, che è stato calcolato essere circa un milione di persone, che dunque si trovano in condizioni economiche tali da non potersi permettere l'accesso alla giustizia".

Non solo, l'impoverimento del potere di acquisto delle famiglie italiane sarebbe "bensuperiore a quanto censito dall'indice Istat e richiede persino che lo stesso D.P.R.115/2002 venga modificato includendo in aumento, oltre alla variazione Istat, anche la rivalutazione monetaria del periodo di riferimento", mentre l'utilizzo del periodo biennale precedente a quello immediatamente trascorso "crea una distorsione rispetto alle finalità proprie dell'adeguamento del tetto".

Per tutte queste ragioni l'Ocf chiede al Ministro Nordio di "porre in essere ogni necessaria iniziativa, affinché l'emanando decreto ministeriale che modifica il tetto reddituale per l'ammissione venga adeguato effettivamente all'indice dei prezzi al consumo, prendendo quale periodo di riferimento il biennio 2020–2022".

Ma l'Avvocatura si rivolge a Via Arenula anche chiedere di "porre in essere ogni necessaria iniziativa, affinché i decreti ministeriali previsti dagli artt. 15 octies d.lgs. 28/2010 e 11 octies d.l. 132/2014, introdotti dal d.lgs. 149/2022, vengano emessi contestualmente alla entrata in vigore della estensione della obbligatorietà della mediazione e della negoziazione assistita, e comunque nel rispetto dei termini prescritti dal legislatore".

La riforma Cartabia del processo civile, infatti, con gli articoli 7, 8, 9, 10 e 41 del Dlgs 149/2022, ha dato nuovo impulso a tali istituti, prevedendo che "in numerosi casi la introduzione di un procedimento di mediazione o di negoziazione assistita è condizione di procedibilità per la persona che intenda tutelare i propri diritti". E la Corte Costituzionale n. 10/2022 ha ritenuto lesivo del diritto di difesa prevedere come obbligatorio un procedimento che può condizionare l'esercizio dell'azione e non assicurare, al contempo, la possibilità per i nonabbienti di avvalersi del patrocinio a spese dello Stato. In linea con questa indicazione, il Governo ha introdotto tale previsione ma a questo punto l'emanazione dei decreti "non può essere ulteriormente ritardata rispetto al termine dei sei mesi previsto nelle norme".

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