Professione e Mercato

Great resignation, anche lo studio è meno attrattivo

Il fenomeno interessa anche la professione forense

di Massimiliano Carbonaro

Neanche gli studi legali sono immuni al fenomeno della great resignation. Certo non stiamo assistendo a dimissioni di massa e trattandosi di un mondo non omogeneo non è possibile generalizzare, ma la pandemia sembra avere spostato l’attenzione sulla qualità della vita e determinato sia qualche addio alla professione sia difficoltà di recruiting di giovani talenti.

«Già da tempo questa attività ha perso attrattività – spiega Valentina Pepe, partner Pepe & Associati e responsabile del dipartimento del lavoro – tantissimi colleghi scelgono di lasciare la professione per entrare in azienda o nella pubblica amministrazione».

Mentre gli studi hanno dovuto affrontare la dematerializzazione del lavoro (senza però dismettere l’ufficio come spazio di rappresentanza), il tema delle dimissioni si è fatto più insistente.

Anche negli studi legali la pandemia ha posto al centro il tema della qualità della vita: i giovani sembrano più interessati alle condizioni lavorative che a quelle economiche. «La chiarezza nella carriera, un ambiente internazionale e il lavoro in team sono temi imprescindibili – commenta Attilio Pavone, head of Italy Norton Rose Fulbright – ma credo siano fondamentali anche il rispetto e la gentilezza e non più una cultura muscolare del lavoro».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©