Greco (Cnf), “separazione carriere com’è scritta migliore possibile”
Per il presidente del Consiglio nazionale forense il Csm non è organo di “rappresentanza” ma di “autogoverno”, dunque il sorteggio è legittimo
“Non essendo previsto un quorum, tutti i votanti dovranno avere le idee ben chiare. E sarà importante che le abbiano, perché i protagonisti del processo non sono né i magistrati né gli avvocati bensì i cittadini, i quali devono sapere che un sistema processuale regolato da norme che pongono il giudice in condizione di terzietà da un lato e accusa e difesa sullo stesso piano dall’altro garantisce un processo svolto secondo i principi della Costituzione. Chi è stato sottoposto a un processo (penale ma anche civile, tributario, amministrativo, contabile) non ha il minimo dubbio sulla necessità di una riforma. Per questo ritengo incredibile che la magistratura voglia mantenere l’attuale status quo”. Così il presidente del Consiglio Nazionale Forense Francesco Greco ai microfoni di Meritocrazia Italia durante la seconda diretta sulla Riforma Nordio.
“La riforma Cartabia - ha continuato - ha distrutto il processo civile, nel cui ambito ormai il giudice esamina gli atti attraverso un invio telematico, dunque senza andare in tribunale. Non siamo messi meglio nemmeno sul penale, viste le condanne che subiamo dalla Corte Europea di Giustizia per i tempi lunghissimi dei nostri procedimenti. Occorre pertanto un sistema moderno ma soprattutto giusto. Non capisco come a fronte di un sistema giudiziario sgangherato, che non soddisfa né i cittadini né gli avvocati, possano i magistrati non voler cambiare il sistema processuale, tenuto conto che in tutti i paesi europei a democrazia avanzata il sistema di separazione delle carriere vige da sempre, il nostro invece risale al fascismo, quando si aveva una visione dello Stato monolitica”.
Greco non nasconde di aver avuto perplessità quando esaminò il contenuto della riforma per la prima volta. Per questo, negli incontri che ebbe in Commissione Giustizia o presso l’Associazione Nazionale Magistrati (Anm), disse che forse occorreva riflettere sul sorteggio per l’elezione dei componenti dei due Consigli Superiori della Magistratura (uno per la giudicante, uno per la requirente – l’attuale Csm uscirebbe sdoppiato in caso di varo della Riforma), “ma Anm - ha proseguito Greco - non propose alcuna alternativa, disse solo di non essere d’accordo. Ora ho cambiato idea. Avendo studiato molto e partecipato a tanti dibattiti, tengo presente che il CSM non è organo di rappresentanza della magistratura. Non rappresenta gli interessi della magistratura, perché altrimenti non sarebbe presieduto dal Capo dello Stato con un Vicepresidente eletto fra i parlamentari, e non avrebbe senso che il parlamento ne designasse alcuni componenti. È invece organo di autogoverno della magistratura. Dunque, perché Anm si duole del fatto di non poter eleggere i propri rappresentanti in un organo che non è di rappresentanza? Il sorteggio in sé va bene, si deve chiedere solo che avvenga fra magistrati con una certa anzianità e competenza. In sintesi, la riforma com’è stata scritta è la migliore che si potesse attuare”.
Greco ha affermato che “l’indipendenza della magistratura è un dato indiscutibile che la riforma non mette minimamente a repentaglio. ’Magistratura giudicante e requirente sono autonome da ogni altro potere dello Stato’, questo direbbe la Costituzione a Riforma avviata. E quanto all’art 107, la Riforma così lo riscriverà: ’i magistrati giudicanti e requirenti sono inamovibili e sottoposti solo alla legge’. Non cambia nulla nella sostanza. Se un rischio ci fosse, poiché l’indipendenza della magistratura è un valore della democrazia, - ha spiegato Greco - noi avvocati saremmo i primi a scendere in campo. Io non posso difendere un mio assistito se chi deve giudicarlo non è indipendente. La presa di posizione della magistratura è inammissibile. I magistrati sono funzionari dello Stato, non possono andare contro una legge approvata quattro volte in Parlamento e su cui i cittadini devono esprimersi, organizzando i comitati per il No dentro i palazzi di giustizia. Questo è un fatto gravissimo, se lo facessero i militari occupando le caserme contro una legge approvata dal Parlamento parleremmo di colpo di Stato”.
Femminicidio, norma manifesto sull'intangibilità fisica e morale
di Alberto Cisterna, Magistrato presso la Corte di cassazione




