I motivi che ci fanno litigare di più con i vicini di casa
Chi non ha mai litigato o alzato la voce o anche solo discusso con un condomino? I motivi per arrabbiarsi quando si abita in uno stesso edificio sono tanti e se non si è estremamente tolleranti è facile lamentarsi perché le cose che ci danno fastidio possono essere innumerevoli. Dal ticchettio dei tacchi a spillo al cane che abbia di notte, dal posteggio della macchina in una zona comune all'acqua delle piante che ti piove “in testa”, dagli oggetti che cascano sui balconi agli odori di cucina molto intensi. L'elenco è lungo e un recente studio dell'Associazione nazional-europea amministratori di immobili (Anammi) ha dichiarato che oltre il 50% delle cause civili riguarda appunto il condominio. L'Anammi ha addirittura disegnato una classifica delle liti più frequenti. Al primo posto le immissioni, cioè rumori e odori “molesti”, al secondo l'occupazione di oggetti e mezzi in ambito condominiale, terzo classificato la voce dei bambini in cortile, alla quarta e alla quinta posizione rispettivamente il flusso idrico dell'innaffiatura e la convivenza con animali domestici; infine tutto quello che riguarda l'esterno: dal bucato steso gocciolante alle sigarette gettate dalla finestra. Liti di questo tipo sono dunque all'ordine del giorno: ogni anno circa 2 milioni di italiani fa causa per questioni condominiali, aspettando una soluzione che arriva dopo molto tempo e investendo finanziariamente cifre considerevoli. La beffa peggiore però è che nell'attesa di una soluzione i comportamenti che non tolleriamo più perdurano e noi li continuiamo a subire.
Nella tabella che segue ricapitoliamo l’elenco delle motivazioni che più di frequente provocano dispute e come sono state trattate dalla giurisprudenza della Suprema corte e dai giudici di merito, partendo appunto dalle questioni che nascono tra appartamenti vicini fino ad arrivare a quelle relative al decoro esterno.
LE MAGGIORI CAUSE DI LITIGIO E LA RISPOSTA DEI GIUDICI