Il concorso del consulente fiscale nel reato tributario del cliente
Reati tributari - Consulente fiscale - Violazione tributaria del cliente - Partecipazione con dolo - Concorso nel reato - Responsabilità.
In tema di reati tributari, è responsabile il consulente fiscale, a titolo di concorso per la violazione tributaria commessa dal cliente, quando il primo sia l'ispiratore della frode, ed anche se solo il cliente abbia beneficiato dell'operazione fiscalmente illecita. Fattispecie relativa al delitto di indebita compensazione, nella quale il professionista aveva avuto un ruolo da regista ispirando la frode fiscale ed ideando lo schema della compensazione indebita, tramite F24, di crediti inesistenti, con lo scopo di omettere i versamenti Iva dovuti.
Corte cassazione, sezione 3 penale, sentenza 18 gennaio 2018 n. 1999
Delitti contro il patrimonio mediante frode - Autoriciclaggio - Consulente fiscale - Concorso nel reato - Condizioni.
Concorre nel reato di autoriciclaggio di cui all'articolo 648-ter.1 il consulente fiscale della società attraverso la quale sia stato “ripulito” il denaro di provenienza delittuosa (bancarotta fraudolenta), il quale abbia omesso di segnalare le operazioni sospette, pur essendone obbligato ai sensi dell'articolo 41 del d.lgs. 231/2017, ed abbia avuto condotte attive ed omissive tenendo la contabilità in modo confuso ed irregolare. Tali comportamenti consentono infatti di affermare che il consulente avesse la consapevolezza che le somme investite fossero di provenienza delittuosa e che dunque avesse intenzionalmente favorito l'operazione illecita.
• Corte di cassazione, sezione II, sentenza 18 settembre 2017 n. 42561
Reato (in genere) - Concorso di persone nel reato - Reato tributario - Reato di dichiarazione infedele - Commercialista - Responsabilità - Condotte penalmente rilevanti.
Il commercialista, imputato per il reato di dichiarazione infedele in concorso di cui agli articoli 110 c.p., 4 e 12, comma 1, D.Lgs. n. 74/2000 relativamente alle imposte sui redditi, risponde del reato, quale istigatore, per avere, nella sua qualità di commercialista, tenutario delle scritture contabili dell'impresa e incaricato della redazione e trasmissione delle dichiarazioni dei redditi, prestato la propria opera in continuativa difformità rispetto ai suoi doveri professionali e omettendo, poi, ogni adempimento utile per ripristinare la legalità, pur avendo continuato per lungo tempo ad assistere professionalmente il suo cliente.
• Corte di cassazione, sezione III, sentenza 16 giugno 2015 n. 24967
Reati tributari - Evasione fiscale - Emissione di fatture per operazioni inesistenti - Studio commerciale - Responsabilità penale - Concorso - Dolo - Condizione.
In tema di consulenza fiscale, la responsabilità concorsuale del professionista per la violazione commessa dal cliente deve ritenersi sussistente quando sia il consulente abbia ispirato la frode ai danni del Fisco ed anche solo con vantaggio per il cliente. Pertanto, la responsabilità penale del commercialista a titolo di concorso di persone nel reato sussiste soltanto in caso di dolo. La condotta dolosa da parte del consulente, consiste infatti nell'essere consapevole e cosciente del fatto che sta ponendo in essere una frode fiscale.
• Corte di cassazione, sezione III, sentenza 16 giugno 2011 n. 24166