Il Csm snellisce la circolare Procure del 2024
I Consiglieri i togati e i laici Romboli, Papa e Carbone chiedono di aprire una pratica a tutela dei magistrati del Massimario. Il Senato approva l’articolo 2 del Ddl sulla separazione delle carriere
Il Plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, su proposta della VII Commissione, ha approvato ieri a maggioranza, con 8 astensioni, le modifiche alla circolare sull’organizzazione degli uffici di Procura adottata il 3 luglio 2024 a seguito della riforma Cartabia.
Tra le principali modifiche: la reintroduzione dei provvedimenti attuativi, che consentono al Procuratore di adottare soluzioni organizzative che, se coerenti con il progetto organizzativo, non necessitano dell’approvazione del Csm, ma della mera presa d’atto; la semplificazione dell’iter procedurale per le variazioni al progetto organizzativo immediatamente esecutive, con l’eliminazione dell’obbligo di consultazione preventiva del Presidente del Tribunale e del Consiglio dell’Ordine degli avvocati; lo snellimento della procedura di approvazione delle assegnazioni dei procedimenti in deroga, nell’ambito della quale, a tutela delle esigenze di segretezza investigativa, viene confermata la possibilità di differirne la comunicazione ai magistrati interessati.
Le modifiche - frutto di una attenta analisi condotta dal Csm nel corso dei nove mesi di applicazione della circolare del 2024 e di un costruttivo confronto con i Procuratori della Repubblica - hanno l’obiettivo di coniugare semplificazione, partecipazione, efficienza organizzativa e segreto investigativo nel rispetto del principio di obbligatorietà dell’azione penale.
Intanto, l’intervista del ministro della Giustizia Carlo Nordio sul “decreto sicurezza” apre un nuovo fronte polemico. Il Guardasigilli, infatti, ha attaccato l’Ufficio del Massimario della Cassazione che ha criticato il testo, chiamando in causa il Capo dello Stato. A suo avviso, infatti, la relazione dei giudici, rappresenterebbe uno “sgarbo al Colle” visto che se ci fossero stati nel decreto i problemi indicati dai tecnici “il presidente sarebbe stato il primo a rilevarli, e invece non l’ha fatto”. Parole sulle quali scatta la critica, dura, dell’opposizione.
E i consiglieri del Csm chiedono di aprire una pratica a tutela dei magistrati del Massimario. La richiesta è stata avanzata da tutti i togati e dai laici Roberto Romboli, Michele Papa e Ernesto Carbone. Per i firmatari del documento le reazioni politiche alla pubblicazione del Massimario sul dl sicurezza “trascendono il piano della dialettica politico-istituzionale, trasmettendo alla pubblica opinione un’immagine deformata della funzione dell’Ufficio e del ruolo nonché dei magistrati che la compongono”.
Bene così, la replica al vetriolo del presidente dei senatori azzurri Maurizio Gasparri che si dice convinto della necessità di tutelare “eroici funzionari dello Stato, che potrebbero essere stati vittime di chi al loro posto ha redatto dei pareri talmente strampalati, infondati e illegali che nessun magistrato potrebbe mai averli scritti nella vita”.
Il tutto mentre a Palazzo Madama procede, a tempi lunghi, la riforma fortemente voluta dal Guardasigilli della separazione delle carriere. Sul timing del provvedimento, il cui esame è arrivato, per ora, all’articolo 2, la capigruppo ha, di fatto, rimandato alla prossima settimana. L’8 luglio si terrà, infatti, una nuova riunione dei presidenti di gruppo e si valuterà, solo allora, una eventuale stretta sui tempi con il voto finale che potrebbe arrivare addirittura la settimana successiva complice l’ingorgo dei decreti da convertire.
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