Penale

Il furto nello studio legale è equiparato a quello in privata dimora

La Cassazione ha ricordato che nello studio legale c'è una presenza costante di persone e il titolare sulla carta è libero di accedervi in qualunque momento della giornata

di Giampaolo Piagnerelli

Il furto nello studio legale è equiparabile sotto il profilo del reato e della conseguente sanzione penale alla privata dimora. Lo precisa la Cassazione con la sentenza n. 38412/21. Venendo ai fatti la Corte di Napoli ha confermato l'affermazione di responsabilità in relazione al reato di furto di valori di cui all'articolo 624-bis cp (furto in abitazione) perpetrato all'interno di uno studio legale.

Ricorso in Cassazione. Contro la sentenza ha proposto ricorso per Cassazione il difensore dell'imputato, lamentando violazione di legge e vizio di motivazione con riferimento alla erronea qualificazione giuridica del fatto, trattandosi di furto commesso in un luogo di lavoro non riconducibile nell'alveo della "privata dimora", non risultando dimostrato che nel luogo fossero compiuti atti di vita privata o che vi fossero aree riservate destinate allo svolgimento di attività a carattere personale. La Cassazione ha respinto il ricorso ricordando che nello studio legale c'è una presenza costante di persone e il titolare sulla carta è libero di accedervi in qualunque momento della giornata. Nella nozione dell'articolo 624-bis rientrano i luoghi nei quali si svolgano non occasionalmente atti della vita privata, compresi quelli destinati ad attività lavorativa o professionale, e che siano aperti al pubblico né accessibili a terzi senza il consenso del titolare. Quindi la detenzione da parte del titolare di ori e oggetti personali di valore accentua la destinazione a privata dimora del luogo in cui tali beni sono stati depredati, trattandosi evidentemente di area riservata, non aperta ad altre persone senza il consenso del proprietario, in cui si svolgevano, non occasionalmente, atti della vita privata, in relazione alla tenuta e custodia in tale luogo di beni preziosi strettamente e intimamente legati al titolare.

Conclusioni. Si tratta di un luogo avente le stesse caratteristiche dell'abitazione, in termini di riservatezza e, conseguentemente, di non accessibilità da parte di terzi senza il consenso dell'avente diritto. Di qui l'equiparazione dello studio professionale alla privata dimora.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©