Rassegne di Giurisprudenza

Il reato di abuso di ufficio nella nuova formulazione dell'articolo 323 del Cp e la violazione dell'articolo 97 della Costituzione

a cura della Redazione Diritto

Reati contro la pubblica amministrazione - Delitti - Dei pubblici ufficiali - Abuso di ufficio - Violazione dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione di cui all'art. 97 Cost. - Rilevanza.
In tema di abuso di ufficio, la violazione dell’art. 97 Cost., anche dopo le modifiche introdotte nel 2020, continua ad integrare il reato, quando la condotta incriminata non si concretizza in una generica inosservanza dei principi di imparzialità e buon andamento, ma in una concreta e specifica violazione del principio di imparzialità da parte del pubblico funzionario, finalizzata a compiere deliberati favoritismi e procurare ingiusti vantaggi. In questo caso, infatti, oggetto della violazione è la parte immediatamente precettiva della disposizione costituzionale, da cui è ricavabile una specifica regola di condotta, dalla quale non residua alcun margine di discrezionalità da parte del pubblico ufficiale, che certo non può piegare il suo potere al perseguimento di indebiti favoritismi.
• Corte di cassazione, penale, sezione 5, sentenza 14 settembre 2022 n. 33933

Reati contro la pubblica amministrazione - Delitti - Dei pubblici ufficiali - Abuso di ufficio - Abuso d’ufficio - Modifiche introdotte dal d.l. n. 76 del 2020 - Violazione dei principi di imparzialità e buon andamento della pubblica amministrazione di cui all'art. 97 cost. - Abolitio criminis - Sussistenza - Ragioni.
In tema di abuso di ufficio, la modifica introdotta con l'art. 23, d.l. 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 settembre 2020, n. 120, ha ristretto l'ambito applicativo dell'art. 323 cod. pen., determinando l'"abolitio criminis" delle condotte realizzate mediante violazione di norme generali e astratte dalle quali non siano ricavabili regole di condotta specifiche ed espresse, o che comunque lascino residuare margini di discrezionalità, sicché deve escludersi che integri il reato la sola inosservanza dei principi di imparzialità e buon andamento che devono governare i pubblici agenti, ai sensi dell'art. 97 Cost.
• Corte di Cassazione, Penale, Sezione 6, Sentenza 6 aprile 2022 n. 13136

Abuso d'ufficio - Depenalizzazione - Integrazione - Regole di condotta.
La violazione posta in essere dal pubblico ufficiale o dall’incaricato di pubblico servizio dell’obbligo di astensione in presenza di interessi propri o di un prossimo congiunto configura il reato di abuso d’ufficio solo nel caso in cui abbia ad oggetto specifiche regole di condotta, mentre il reato non viene integrato (a seguito dell’intervenuta depenalizzazione) nel caso di violazione di norme di carattere generale.  
• Corte di Cassazione, Penale, Sezione 6, Sentenza 6 aprile 2022 n. 13136

Reati contro la pubblica amministrazione - Delitti - Dei pubblici ufficiali - Abuso di ufficio - Modifiche introdotte dal d.l. n. 76 del 2020 - Violazione del principio di imparzialità di cui all'art. 97 Cost. - Abolitio cirminis - Esclusione - Ragioni - Fattispecie.
In tema di abuso di ufficio, la modifica introdotta con l'art. 23 del d.l. 16 luglio 2020, n. 76, convertito, con modificazioni, nella legge 11 settembre 2020, n. 120, che ha ristretto l'ambito applicativo dell'art. 323 cod. pen., non ha determinato l'"abolitio criminis" delle condotte realizzate mediante violazione dell'art. 97 Cost., nella parte in cui è vietata l'attuazione di intenti discriminatori o ritorsivi, quale connotato dell'imparzialità nell'esercizio delle pubbliche funzioni, trattandosi di principio costituzionale di portata immediatamente precettiva, che non necessita di alcun adattamento o specificazione. (In applicazione del principio, la Corte ha ritenuto immune da censure la decisione di rigetto "in executivis" della richiesta di revoca della sentenza di condanna di un sindaco per il mancato rinnovo dell'incarico di un funzionario comunale, per fini ritorsivi e discriminatori).
• Corte di Cassazione, Penale, Sezione 1, Sentenza 18 gennaio 2022 n. 2080

Reati contro la pubblica amministrazione - Delitti dei pubblici ufficiali - Abuso di ufficio - Violazione di legge o di regolamento - Nozione - Art. 97 della Costituzione - Rilevanza - Limiti - Fattispecie.
In tema di abuso di ufficio, il requisito della violazione di legge può consistere anche nella inosservanza dell'art. 97 della Costituzione, nella parte immediatamente precettiva che impone ad ogni pubblico funzionario, nell'esercizio delle sue funzioni, di non usare il potere che la legge gli conferisce per compiere deliberati favoritismi e procurare ingiusti vantaggi ovvero per realizzare intenzionali vessazioni o discriminazioni e procurare ingiusti danni. (Nella specie, la S.C. ha reputato immune da censure la decisione impugnata che aveva ravvisato, nel comportamento tenuto dai due direttori di unità operativa ospedaliera succedutisi nel tempo, una condotta penalmente rilevante, consistita nel progressivo svuotamento del carico assistenziale del medico referente dell'esecuzione di prestazioni specialistiche).
• Corte di Cassazione, Penale, Sezione 2, Sentenza 20 novembre 2015 n. 46096