Giustizia

Il registro delle opposizioni scudo anche per i cellulari

lI Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto che attua quanto previsto nel 2018 dalla legge 5

di Antonello Cherchi

Dopo quattro anni arriva il via libera al registro delle opposizioni - lo schermo alle telefonate commerciali indesiderate - esteso ai cellulari. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto che attua quanto previsto nel 2018 dalla legge 5, la quale si era data un traguardo assai ottimistico: fare in modo che il decreto vedesse la luce non più tardi di maggio di quell’anno.

Per raggiungere il sì di ieri, invece, è stato necessario un faticoso iter (basti pensare che il via libera preliminare di Palazzo Chigi risale al 17 gennaio 2020): il provvedimento è passato per una duplice bocciatura del Consiglio di Stato e, da ultimo, per un’ennesima riscrittura del testo da parte del ministero dello Sviluppo economico per inserire la novità del decreto legge Capienze (Dl 139/2021), che ha ampliato il registro anche alle chiamate promozionali senza operatore, quelle effettuate da un software.

La novità più rilevante resta, comunque, la possibilità di iscrivere nel registro -che finora accoglieva le numerazioni dei telefoni contenute negli elenchi pubblici; in pratica, solo i numeri fissi - anche i cellulari. Questo significa ampliare in maniera esponenziale il raggio d’azione della barriera contro il telemarketing selvaggio, perché si passa dal bacino attuale di circa 13 milioni di potenziali interessati a oltre 97 milioni.

La novità avrà bisogno di un po’ di tempo per diventare operativa, perché una volta pubblicato il Dpr sulla «Gazzetta Ufficiale», sarà necessario consultare gli operatori e le associazioni di consumatori e, anche sulla base di quanto emergerà dal tavolo di confronto, mettere a punto la nuova infrastruttura del registro, considerato l’allargamento del perimetro d’azione.

A cominciare dalle modalità di iscrizione. Il nuovo decreto - che sostituisce il precedente Dpr (il 178/2010) che fino a oggi ha disciplinato il funzionamento del registro - prevede che ci si possa iscrivere tramite mail, compilando il modulo sul sito del gestore del servizio (la Fondazione Bordoni) oppure mediante il telefono, seguendo le indicazioni del risponditore automatico. In caso di difficoltà si potrà, tuttavia, chiedere l’assistenza di un operatore. È stata, invece, eliminata la possibilità di iscriversi inviando una raccomandata. Questo anche per prepararsi a una gestione automatizzata delle richieste, che, dato l’aumento del bacino di utenze, soprattutto nel primo periodo potrebbero essere molto numerose.

Con l’iscrizione al registro si annulleranno tutti i consensi fino a quel momento dati per l’uso del proprio numero telefonico per scopi commerciali. E questo varrà anche per la posta, visto che il registro funziona già ora da schermo pure per gli indirizzi associati alle numerazioni contenute negli elenchi pubblici. Se si è accettato di ricevere comunicazioni promozionali nella propria cassetta postale, quei “sì” decadranno con l’ingresso nel registro, a meno che non si dica di volerli conservare e, in tal caso, si potrà anche scegliere quali.

Tutte novità che dovranno essere spiegate in una campagna d’informazione che il Governo dovrà approntare in un prossimo futuro, in modo che i cittadini arrivino pronti al debutto del nuovo registro. Se sarà seguito il cronoprogramma scritto nel decreto, ciò dovrebbe avvenire prima dell’estate.

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