Amministrativo

Il Tar dà ragione al condominio: stop ai rumori, Comune responsabile

Il Tar Lombardia ha imposto l’ottemperanza di precedenti pronunce. Il municipio di Milano si è già adeguato

di Luca Bridi e Annarita D’Ambrosio

Movida molesta e tutela della quiete dei condòmini: è tema di stretta attualità e si ripresenta, ciclicamente, con l’approssimarsi della bella stagione e del ritorno alla normalità post Covid 19. Dopo la sentenza del Tribunale di Torino 1261/2021 che ha condannato l’amministrazione comunale ad un maxi risarcimento dei danni patiti da alcuni residenti in condominio, arriva dal Tar Lombardia un’altra interessante pronuncia, la 1214/2021 emessa il 19 maggio scorso, che vede anche in questo caso riconosciute le ragioni del condominio ricorrente che aveva agito per l’ottemperanza di due precedenti pronunce già favorevoli emesse sempre dal Tar lombardo, la 1979/2019 e la 2054/2020.

È il ruolo dell’amministrazione comunale che si sollecita, oggi più di ieri, nell’intervenire con urgenza ed efficacia per rispondere alle richieste dei residenti nei condomìni a cui è tolta la quiete nelle ore notturne, appartamenti spesso in centro, di pregio, danneggiati moralmente ed economicamente dalla chiassosa cosiddetta “malamovida”.

La sentenza 1214/2021 ha osservato che le due relazioni tecniche dell’Arpa assunte in via istruttoria sia prima che dopo le chiusure dei locali per Covid 19, hanno rilevato dati di superamento di tollerabilità delle immissioni sonore molto rilevanti. In particolare nella notte tra il venerdì e sabato, si registrava, pre e post chiusure Covid, «un valore che eccederebbe anche il limite massimo previsto per le zone esclusivamente industriali».

La sentenza del Tar

Il Tar, nella propria sentenza, argomentava che:

a) la precedente sentenza del Tar Lombardia 2054/2020 aveva già chiarito che l’intollerabilità delle immissioni acustiche cui è sottoposto il condominio e l’entità del superamento dei limiti massimi consentiti, sono stati accertati sul piano tecnico, con individuazione degli esercizi commerciali e delle attività materiali cui va correlato tale stato;

b) la situazione si protrae da lungo tempo ed è ben nota all’amministrazione comunale;

c) la situazione ha palesato altresì l’inadeguatezza di strumenti ordinari amministrativi predisposti;

d) in tal senso il Tribunale ha già evidenziato l’utilizzabilità di misure extra ordinem, precisando come la fattispecie sia riconducibile a quella prevista dall’articolo 50 del Tuel, che attribuisce al Sindaco, quale rappresentante della comunità locale, il potere di adottare ordinanze contingibili e urgenti «in relazione all’urgente necessità di interventi volti a superare situazioni di grave incuria o degrado del territorio o di pregiudizio del decoro e della vivibilità urbana, con particolare riferimento alle esigenze di tutela della tranquillità e del riposo dei residenti, anche intervenendo in materia di orari di vendita, anche per asporto, e di somministrazione di bevande alcoliche e superalcoliche». Non ha perciò soddisfatto le richieste del condominio milanese la risposta arrivata dal Comune, con l’ordinanza emessa il 12 novembre 2020: stop alla vendita di alcolici dopo mezzanotte nei fine settimana e divieto di utilizzo delle strutture esterne dei locali nello stesso lasso di tempo, dalla mezzanotte alle 6.

L’ordinanza comunale

Per i giudici del Tar la pronuncia delimita temporalmente la sua efficacia in modo contraddittorio rispetto agli obiettivi da raggiungere. Comune di Milano ingiunto dunque nuovamente ad intervenire e siamo alle decisioni assunte dall’ordinanza dell’8 giugno 2021, operativa di fatto dal 14 giugno, quando la Lombardia è entrata in zona bianca senza limitazioni oraria di chiusura dei locali.

Il nuovo provvedimento ordina a tutte le tipologie di esercizi pubblici presenti nell’area circostante il condominio il divieto di vendita e somministrazione per asporto di alimenti e bevande, di qualunque tipo, alcoliche ed analcoliche, dalle 22.00 alle 06.00. Ai gestori poi, concessionari di gazebo e spazi esterni imposto il divieto di utilizzarli , dalla mezzanotte alle 6.

Una vicenda che può dirsi chiusa? Da Nord a Sud i condomìni sono da ultimo intervenuti con fermezza e hanno ottenuto sentenze a loro favore. Restano da sollecitare, però, controlli stringenti per l’applicazione delle ordinanze.

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