Giustizia

In arrivo il pacchetto giustizia: «Pragmatismo e garantismo»

Approderà in Cdm tra la fine del mese e i primi giorni di giugno il primo pacchetto significativo di misure sul fronte della giustizia. Su custodia cautelarie e abuso di ufficio posizioni diverse nella maggioranza

di Giovanni Negri

Approderà in consiglio dei ministri tra la fine del mese e i primi giorni di giugno il primo pacchetto significativo di misure sul fronte della giustizia. E sarà all’insegna di «pragmatismo e garantismo», lo ha sottolineato il ministro della Giustizia Carlo Nordio nel suo intervento di ieri alla cerimonia di inaugurazione di una nuova sede della Scuola della magistratura a Napoli.

Se termini di presentazione e temi sono ormai definiti, non altrettanto si può dire del contenuto finale dell’intervento. Sull’abuso d’ufficio, infatti, il ministro, e Forza Italia, sarebbero più favorevoli a una sua cancellazione, mentre Lega e Fratelli d’Italia vorrebbero comunque conservare un presidio penale coerente, oltretutto, con le recenti indicazioni che arrivano dall’Europa sulla lotta alla corruzione. Come pure la più volte rivendicata necessità di un più attento esame delle richieste di custodia cautelare personale, affidandole a un collegio, si scontrano nei fatti con l’esigenza di non fare proliferare i casi di incompatibilità, mettendo in grave difficoltà gli uffici giudiziari medio piccoli. Incerto resta poi ancora l’inserimento di misure come la reintroduzione della prescrizione, la limitazione della possibilità di appello da parte della pubblica accusa, l’interrogatorio preventivo dell’indagato.

Per la magistratura però le priorità sono altre: il Comitato centrale dell’Anm di sabato ha convocato l’Assemblea generale per l’11 giugno (quando i testi potrebbero essere noti) con l’obiettivo di contrastare l’iniziativa disciplinare del ministero sul caso Uss. E poi, piuttosto il ministero dovrebbe intervenire sul fronte della Cassazione, prendendo atto della difficoltà della Corte ad assicurare il raggiungimento dei valori del giusto processo, con sentenze rese in tempi ragionevoli e questo malgrado lo sforzo di tutti i consiglieri. Per questo la sollecitazione al ministero è di procedere all’introduzione di limiti alla ricorribilità dei giudici di merito, come peraltro avviene negli altri ordinamenti giuridici europei.

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