Responsabilità

Incidenti stradali, l'abbagliamento non esclude la responsabilità

Secondo il Tribunale di Bergamo il conducente è tenuto a moderare la velocità

di Andrea Alberto Moramarco

In tema di circolazione stradale, l'abbagliamento da raggi solari del conducente di un veicolo non integra un caso fortuito e, pertanto, non esclude la responsabilità per i danni che ne siano derivati alle persone. In caso di abbagliamento, infatti, il conducente è tenuto a ridurre la velocità o ad interrompere la marcia, adottando opportune cautele per non creare intralcio alla circolazione ovvero l'insorgere di altri pericoli, in modo da attendere di superare gli effetti del fenomeno impeditivo della visibilità. Questo è quanto si afferma nella sentenza del Tribunale di Bergamo n. 1098/2021.

La vicenda
L'incidente oggetto della decisione riguarda il conducente di un motociclo e un'anziana signora, investita dal primo mentre attraversava incautamente una strada. La responsabilità dell'incidente veniva ascritta in misura del 90% alla donna, deceduta proprio a causa delle lesioni riportate, in quanto la stessa attraversava la strada in un punto pericoloso senza strisce pedonali e nelle vicinanze di un dosso, non calcolando adeguatamente la distanza e la velocità con cui il motociclo sopraggiungeva. Il restante 10% veniva attribuito al conducente del mezzo, per aver costui tenuto in ogni caso una velocità eccessiva e non adeguata alle circostanze di tempo e di luogo che non gli hanno consentito di frenare in tempo, nonostante l'attraversamento del pedone investito fosse del tutto imprevedibile.

In tale situazione occorre moderare la velocità
Il Tribunale, in particolare, non condivide la tesi del guidatore, per la quale la mancata frenata sarebbe dipesa dall'abbagliamento da raggi solari verificatosi proprio in quel frangente. Il giudice sul punto ribadisce la posizione giurisprudenziale che impone al conducente in una tale situazione di arrestare la marcia o ridurre drasticamente la velocità, per evitare l'intralcio alla circolazione o l'insorgere di altri pericoli, proprio come quello verificatosi in concreto. Inoltre, per il Tribunale - pur non aderendo ad altro rigoroso orientamento di legittimità che ritiene l'abbagliamento del tutto irrilevante agli effetti della configurabilità della colpa in quanto fenomeno naturale e prevedibile - considerare come attenuante della responsabilità l'accecamento temporaneo provocato dai raggi solari mentre si è alla guida «significherebbe giungere all'esito costituzionalmente inaccettabile di consentire la circolazione dei veicoli anche a discapito della vita e/o della salute altrui».
D'altra parte, nella fattispecie, era emerso che il guidatore avrebbe avuto tre secondi di tempo, dal momento dell'abbagliamento fino a quello dell'impatto, per modificare l'andatura, arco temporale da ritenersi sufficiente per ridurre la velocità, considerando che «un secondo è il tempo medio di reazione per una reazione preventivata e prevedibile».

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