Ingiusta detenzione, a Reggio Calabria il record dei risarcimenti
In diminuzione le misure cautelari personali: sono state 82.199 nel 2020 rispetto alle 94.197 del 2019
Il Dipartimento per gli Affari di Giustizia di Via Arenula ha inviato al Parlamento, come tutti gli anni, la Relazione sull'applicazione delle misure cautelari personali e i dati relativi alle sentenze di riconoscimento del diritto al ristoro per i ngiusta detenzione nonché il numero di procedimenti disciplinari iniziati nei riguardi dei magistrati che le abbiano disposte.
Nel complesso sono stati iscritti 1.108 procedimenti per ingiusta detenzione nel 2020, e ne sono stati esauriti 935, di cui il 77% con pronunce di rigetto, mentre il 23 % sono state di accoglimento.
Dai dati del Mef risulta poi che l'importo complessivamente versato a titolo di riparazione per ingiusta detenzione nell'anno 2020 è di 36.958.291 euro ed è riferito a 750 provvedimenti. Una somma inferiore a quello registrato nel 2019 (43.486.630), quando i provvedimenti però erano stati 1.000. L'importo medio per provvedimento invece è cresciuto attestandosi a 49.278 euro, era di 43.487 nel 2019.
Quasi 27 milioni di risarcimenti hanno riguardato le sole Corti d'appello di Bari, Catanzaro, Palermo, Roma e Reggio Calabria. Quest'ultima, da sola, ha liquidato risarcimenti pari alla somma di quelli emessi complessivamente da Roma, Milano e Napoli.
Nel dettaglio: a Palermo sono stati liquidati 4,4 mln, per un valore medio di 96mila euro; a Napoli 3,1 mln con una media di 31mila euro; a Reggio Calabri a invece si sono sfiorati gli 8mln di euro, e qui la media è stata di 88mila euro a ordinanza. A Catanzaro ristori per 4,9 mln e 69mila euro medi; a Bari, 3,6 mln e 47mila euro medi; a Roma: 3,6 mln e 46mila euro.
Relativamente ai procedimenti disciplinari nei confronti dei magistrati, invece, nella Relazione si legge che "l 'analisi normativa e il monitoraggio avviato dall'Ispettorato generale sulle ordinanze di accoglimento delle domande di riparazione per ingiusta detenzione consentono di ritenere: l'assenza di correlazione tra il riconoscimento del diritto alla riparazione e gli illeciti disciplinari dei magistrati". Le azioni promosse nel 2020 sono state 21 e risultano tutte in corso e tutte partite dal Ministero. Nel triennio invece sono state 61, di cui soltanto 4 promosse dal Pg di Cassazione, con i seguenti esiti: 12 assoluzioni; 4 censure; 17 Ndp; 25 in corso.
Misure cautelari personali - Dal confronto dei dati dell'anno 2020 con quelli del biennio 2018-2019, «risulta evidente una diminuzione significativa del numero totale delle misure emesse nell'anno 2020, dovuta molto probabilmente agli effetti della pandemia a tutt'oggi ancora in corso, che hanno fortemente rallentato, specie nei primi mesi dell'anno 2020, l'attività degli uffici giudiziari». Mentre non emergono significative variazioni nella distribuzione percentuale per tipologia di misura emessa (nel 2020 si registra solo un lieve aumento degli arresti domiciliari).
Le misure cautelari custodiali (carcere - arresti domiciliari - luogo cura) costituiscono il 58% circa di tutte le misure emesse, mentre quelle non custodiali (restanti tipologie) ne costituiscono circa il 42%. Una misura cautelare coercitiva su tre è quella carceraria (32%), mentre una misura cautelare coercitiva su quattro è quella degli arresti domiciliari (25%). Il 12% degli arresti domiciliari utilizza il c.d. ‘braccialetto'. Divieto di espatrio e custodia cautelare in luogo sono residuali: insieme non raggiungono l'l% del totale.
Sezioni GIP (75%) e Dibattimentali (25%) dei Tribunali capoluogo di distretto detengono da sole circa il 50% delle misure nazionali.
Il giudice dibattimentale utilizza le misure dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e del divieto di dimora in modo molto più frequente rispetto al GIP; all'inverso avviene, invece, per le misure della custodia cautelare in carcere e del divieto di avvicinamento. In particolare, per la custodia cautelare in carcere la differenza appare molto significativa: si è infatti rilevato come il GIP utilizzi tale misura con frequenza quasi doppia (34,4%) rispetto al giudice dibattimentale (18,1%). Infine, l'80% circa delle misure emesse in un dato anno, appartiene ad un procedimento iscritto nel medesimo anno presso l'ufficio.